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Messina

Tre indizi fanno una prova: il Messina si riscopre tra le big del torneo

Nel corso dell’ennesima estate calda il Messina aveva temuto davvero di dovere ripartire per la terza volta dall’inferno dei Dilettanti. La trattativa per la cessione del club si è dilatata a dismisura e la Giustizia Sportiva aveva a sorpresa, almeno in primo grado, ribaltato la sentenza che avrebbe dovuto riaprire subito le porte della Lega Pro. Ad un mese di distanza dalla pronuncia risolutiva l’ACR si riscopre invece già protagonista del torneo, oltre che capolista “virtuale”, per quanto ci sia un’Ischia ancora da affrontare nel recupero del prossimo 7 ottobre.

Arturo Di Napoli in piedi di fronte la panchina
Il Di Napoli allenatore ha già convinto tutti

Arturo Di Napoli è tornato ad indossare le vesti del profeta nella sua patria adottiva, dimostrando che il suo acerbo curriculum in panchina non dà risalto a doti non comuni, in fase di preparazione ed analisi delle partite. I biancoscudati hanno affrontato tre avversari di tutto rispetto: un Monopoli neo-promosso già capace di imporsi in trasferta dopo avere fatto tremare il Catania, un Benevento ancora non al top ma pur sempre capolista imbattuta ed un Cosenza che sogna in grande ma al San Filippo è apparso irriconoscibile, subendo anche le prime due reti al passivo.

Se le formazioni che hanno affrontato il Messina sono apparse tutte a disagio, non sfruttando le qualità che sulle carta possiedono, evidentemente ci sono anche tanti meriti dell’avversario che hanno affrontato. Gambino, Cissè ed Arrighini si sono scontrati contro una difesa che è guidata magistralmente da Martinelli, tra i migliori difensori dell’ultimo campionato di Lega Pro a Novara. Avrebbe avuto un minutaggio discreto anche in A ma Re Artù ha corteggiato e convinto il centrale, originario del suo stesso quartiere milanese, propiziando il migliore colpo di un mercato grandi firme, a dispetto di un budget ridotto.

Gustavo e Martinell
Gustavo e Martinelli un valore aggiunto per il nuovo Messina

L’intero pacchetto arretrato appare solido ed affidabile, con De Vito già punto fermo. L’infortunio di Frabotta ha originato il dirottamento sulla corsia esterna di un duttile Palumbo, mentre Burzigotti vanta una fisicità non comune considerato che è abbinata anche a piedi educati. Considerando che si dice un gran bene di Barilaro e che Parisi sarà presto tesserabile (l’11 ottobre il suo esordio contro il Matera) sembrano esserci anche grandi alternative in panchina. Addario, praticamente inoperoso, ha superato indenne l’esordio, mentre Berardi sta smaltendo la rabbia per i venti punti di sutura necessari dopo il folle finale del “Vigorito”.

In mezzo Giorgione garantisce la quantità che mancava dai tempi di Bucolo e Maiorano, Barraco in attesa della forma migliore traccia pregevoli geometrie mentre Fornito e soprattutto Padulano sono quegli under che possono fare la differenza a dispetto dell’età, mancati nell’ultima annata balorda. I più esigenti affermano che ancora manca qualcosa ma Baccolo e Zanini, grandi protagonisti un anno fa a Pagani ed a Cosenza, devono ancora esordire…

Palumbo in proiezione offensiva
Palumbo è passato dal centro della retroguardia alla corsia esterna senza mostrare alcun disagio

Gustavo ha la fantasia e la verve proprie dei sudamericani mentre Cocuzza ha già dimostrato in una sera che lui a questo livello può starci ed anzi rappresentare un fattore come accadeva in D. Torna nella squadra che più ama nel pieno della maturazione e complica le scelte di uno staff tecnico che già puntava ad occhi chiusi sul portoghese Tavares. Di Napoli ed Argurio continuano peraltro a lodare Salvemini ed a questo punto anche il reparto sulla carta più incompleto, l’attacco appunto, sembra offrire adeguate garanzie.

Poi c’è tutto il contorno. È bastata una sera di fine settembre per rivedere un presidente protagonista al megafono come ai tempi di Aliotta, anziché rintanato in un settore chiuso al pubblico o dietro una finestra della foresteria. I biglietti che la domenica erano introvabili nella gestione Lo Monaco sia a Milazzo che a Messina sono tornati disponibili, tanto che nella biglietteria del PalaRescifina si sono formate lunghe file e c’è chi ha perfino rinunciato all’acquisto del tagliando, ripromettendosi di riprovarci tra dieci giorni, magari con maggiore anticipo.

La soddisfazione del presidente Stracuzzi
Prima uscita casalinga da incorniciare per il presidente Natale Stracuzzi

Settimane di litigi e contrattazioni in Prefettura ed al Comune sono apparse di colpo molto più lontane, con un efficiente servizio di bus navetta, già rodato in occasione dei concerti estivi, che ha accontentato anche i più pigri. I riflettori del San Filippo si sono finalmente riaccesi (non è solo una metafora) ed anche se è vero che i fondi in cassa non sono magari ingenti, una bella boccata d’ossigeno è arrivata dal botteghino. I 3.052 spettatori, tra abbonati e paganti, sono una base di partenza destinata a crescere a dismisura, soprattutto se il Messina bello, cinico ma soprattutto artefice delle sue fortune continuerà ad esprimersi a questi livelli. Dal 30 maggio scorso sono passati quattro mesi ma dalle parti del San Filippo sembrano trascorsi quattro anni. Scusate se è poco.

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