A presentarci gli ultimi due innesti operati dal Messina è l’ormai ex direttore sportivo dell’Ancona Sandro Marcaccio (nella foto grande in alto), che li volle fortemente con sé nelle Marche. Diogo Tavares è il terminale offensivo individuato da Argurio: “È la classica prima punta, un finalizzatore. Io l’ho avuto alle mie dipendenze negli ultimi due anni. L’ho preso perché lo conoscevo già dai tempi del Frosinone e nel 2010 cercai a tutti i costi di portarlo anche a Perugia, ma non ci riuscii perché all’epoca era in comproprietà tra il Genoa ed i ciociari”.
Dopo l’esordio in Liguria e la breve parentesi di Monza, l’attaccante portoghese sbarcò anche in Svizzera, nel 2007, a Lugano. Dopo quattro anni in Italia il ritorno in patria, nel Santa Clara, nella seconda serie portoghese. “Tornato ad Ancona, nel 2013, pensai di nuovo a lui, che era tornato nel suo paese. L’ho riportato in biancorosso, pensando che potesse restare lì anche per cinque anni ma evidentemente dopo questo biennio così felice era destino che chiudessimo entrambi la nostra avventura marchigiana. Sono contento che adesso arrivi in una piazza calda come Messina”.
A livello di moduli, Marcaccio ritiene che Tavares non sia portato per schieramenti ad una sola punta: “Credo che renda molto di più giocando con un altro attaccante al suo fianco piuttosto che da unico terminale. Può adattarsi bene al 4-3-3 di Arturo Di Napoli, anche se io lo vedo ancora meglio in un 4-4-2”.
Sul suo possibile impatto in riva allo Stretto l’ex ds dorico non ha dubbi: “Ad Ancona avevamo un parco attaccanti di tutto rispetto e nonostante ciò negli ultimi due anni Tavares è stato il capocannoniere di squadra. L’anno scorso ha fatto meglio di gente importante come Paponi (oggi a Bologna in B, ndc), Cognigni e Tulli (già in rete in questo avvio di stagione con il Sud Tirol, ndc). In questa categoria Diogo è un signor giocatore ed il Messina ha fatto un grande acquisto. Il nostro allenatore, Cornacchini, lo stimava tantissimo, lo ha fatto giocare quasi sempre ed avrà fatto il possibile per trattenerlo”.
Il Messina però ha battuto tutti sul tempo e ha ottenuto dai biancorossi anche l’esterno Aurelio Barilaro, per il quale Marcaccio ha parole al miele: “Sono un nostalgico degli anni ’80, quando il calcio era un’altra roba e questo giovane ragazzo calabrese sarebbe stato definito il classico fluidificante di destra. Fa la fascia duecento volte a partita anche se a mio avviso è più un quinto che un quarto di difesa. Nel 4-3-3 gli si chiederà di spingere molto e lui lo sa fare benissimo. Ovviamente è giovane e ha qualche pecca, soprattutto in fase difensiva”.
Sbarca in Sicilia in prestito e Marcaccio spiega anche perché: “L’anno scorso l’ho blindato con un contratto triennale, che scadrà a giugno 2017. Per questo il mio successore ha concesso soltanto una cessione a titolo temporaneo. Barilaro è originario della provincia di Reggio Calabria, per cui sono convinto che l’aria di casa lo aiuterà a maturare, colmando le piccole ed inevitabili lacune della sua età”.
Con le sei operazioni formalizzate in un caldissimo venerdì di settembre, il Messina ha portato a venti gli acquisti già definiti. Con Tavares, Zanini e Parisi si arriverà a quota 23 a fronte dei 24 posti indicati dai nuovi regolamenti di Lega Pro. Possibile quindi un altro movimento in entrata. A breve si conoscerà qual è l’ultimo obiettivo del ds Argurio e di “Re Artù” e se per riempire questo tassello si sfrutteranno le ultime ore della finestra di mercato o si pescherà in seguito tra gli svincolati.