Soltanto qualche ora fa vi abbiamo svelato i contatti tra l’ACR Messina ed un avvocato di fama nazionale, il bolognese Mattia Grassani, insieme al napoletano Eduardo Chiacchio (che difende invece i “rivali” della Vigor Lamezia, a rischio retrocessione in serie D) il legale più conteso dai principali club professionistici italiani. Fin qui soltanto un abboccamento indiretto, come conferma l’interessato, ma la firma del compromesso tra Pietro Lo Monaco e Natale Stracuzzi (che si ritroveranno dal notaio soltanto la prossima settimana) sarebbe slittata a giovedì proprio perché in giornata il “nuovo” massimo dirigente peloritano si recherà a Roma, per ottenere ulteriori ragguagli sulla possibilità di riammissione in Lega Pro.
Possibile un nuovo contatto con Grassani, che ai nostri microfoni conferma intanto la sua disponibilità ad impegnarsi al fianco della nuova proprietà del Messina nella battaglia per la riconquista immediata del professionismo: “Ne sarei onorato anche perché, se un campionato è stato inquinato da trame occulte ed illeciti sportivi è più che giusto che le società danneggiate, quelle retrocesse ma che hanno giocato onestamente, il Messina in primis, si tutelino e perseguano i loro diritti. Posso dire di avere avuto un abboccamento indiretto con la società ieri (martedì, ndc) ed oggi potrebbero esserci sviluppi. In ogni caso, a prescindere dal fatto che dovessi assumere o meno l’incarico di rappresentare il club, occorre muoversi velocemente, studiare le migliaia di pagine dell’indagine e preparare l’atto di intervento perché i processi partono tra sei giorni e non c’è tempo da perdere”.
Grassani aveva già assistito il Messina nel corso della presidenza di Lello Manfredi, quando i peloritani si videro restituire 4 dei 6 punti di penalizzazione precedentemente inflitti per delle vertenze soltanto nelle ultime giornate, con la promozione tra i professionisti (andata all’Hinterreggio) che ormai era divenuta irraggiungibile. Una sentenza vittoriosa ma un po’ beffarda… “Purtroppo in quell’occasione il Messina di Manfredi pagò la pessima organizzazione ed il pessimo operato di chi lo aveva preceduto. Per affermare le ragioni del club occorsero mesi di istruttoria che avrebbero potuto certamente essere evitati se i rapporti con i tesserati fossero stati gestiti in maniera più precisa e rigorosa dalla precedente dirigenza. Certamente fu una bellissima esperienza perché una piazza come Messina merita di partecipare a campionati di primissimo livello, e non navigare a vista tra la Serie D e la Lega Pro. La presentazione del settembre 2011, prima di un campionato di Serie D ottenuto all’ultimo respiro ed una squadra allestita in pochi giorni, con la Piazza Duomo gremita di tifosi, è certamente un ricordo indelebile nella mia memoria”.