Nella trattativa che a breve potrebbe portare all’avvicendamento tra la famiglia Lo Monaco e la cordata capeggiata da Natale Stracuzzi (appuntamento fissato per lunedì ancora a Catania) un ruolo chiave la stanno rappresentando la quantificazione dei debiti ma anche quella dei crediti e la “buonuscita” richiesta dall’attuale proprietà. Il passivo, che l’ex presidente Isidoro Torrisi aveva quantificato in circa 600.000 € è in realtà lievitato ad una cifra vicina al doppio.
In queste ore infatti i quattro professionisti che affiancano la cordata stanno cercando di capire se sia possibile “spalmare” sull’arco di dieci anni l’esposizione di 600.000 € già rateizzata in cinque con l’Agenzia delle Entrate. Un modo per garantirsi maggiore liquidità in vista della prossima stagione, pur onorando la gravosa eredità delle precedenti gestioni. Di Napoli si è affidato ai suoi legali di fiducia, Antonio Fazio e Nicoletta Carè, mentre Stracuzzi ha coinvolto Leonardo Termini e Giovanni Giacoppo, amministrativista che assiste anche il Comune di Messina in alcuni contenziosi ed è soprattutto un componente del consiglio di amministrazione del Teatro Vittorio Emanuele.
Altro aspetto in ballo, dicevamo, è l’esatta quantificazione dei crediti. Sarebbero circa 130.000 € le somme mai incassate da alcuni sponsor, anche se è facile immaginare che per sbloccare simili situazioni occorreranno tempo e pazienza ed alla fine non è detto che siano tutti davvero esigibili. Decisamente più rilevante è la situazione legata alle somme che erano attese da Firenze. Secondo quando siamo riusciti ad apprendere, la Lega Pro avrebbe infatti già corrisposto i 500.000 € dovuti al Messina in cambio del rispetto del minutaggio (la famigerata “età media” rispettata per mesi da Grassadonia), del mantenimento del settore giovanile e nell’ambito della mutualità che fa le fortune dei club di A ed in parte di B, dopo che la “Legge Melandri” ha consentito l’aumento delle somme corrisposte dalle tv private.
Nonostante ciò Lo Monaco ha chiesto agli acquirenti 200.000 €, per recuperare i 31.000 € di fideiussione già prestata, i 18.500 € di tassa d’iscrizione alla serie D e soprattutto i 150.000 € maturati grazie ai “premi di valorizzazione”. Somme, quest’ultime, che l’ACR dovrebbe incassare tra settembre e dicembre 2015, in quattro rate. L’ultimo contestato mercato estivo ha portato infatti in riva allo Stretto quattro calciatori di proprietà di club di A e B (Donnarumma, il cui cartellino è in mano al Napoli; Bortoli, scuola Milan; Marin dalla Juventus e Stampa del Livorno) ed il Messina si è assicurato così dei rilevanti introiti.
“Bonus” che non spettano invece per calciatori come Altobello e Damonte, che ottennero l’incentivo all’esodo da Parma e Varese, ed avendo così degli euro già in tasca consentirono il sensibile abbattimento dell’ingaggio che sarebbe poi stato coperto dal Messina. Operazioni di mercato che sul campo non hanno fatto le fortune dell’ACR hanno consentito se non altro al direttore sportivo Fabrizio Ferrigno di rispettare i limiti di budget imposti da Lo Monaco e garantire al club qualche somma in più.