E’ stato per un lustro, da vice Buffon, il dodicesimo più forte d’Italia. Ha lasciato la Juventus dopo 64 presenze complessive e 7 titoli conquistati: quattro scudetti, due Supercoppe ed una Coppa Italia. Gli attestati di stima dei suoi ex compagni, su tutti proprio il tributo riservatogli dal numero 1 dei bianconeri e della Nazionale, testimoniano quanto sia stato importante in questi anni sia in campo, nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa, che con il suo carisma all’interno dello spogliatoio. Marco Storari si gode gli ultimi scampoli di vacanze nella “sua” Messina, cui è rimasto legatissimo per gli indimenticabili trascorsi in giallorosso e perché nella città dello Stretto è sbocciato l’amore con la moglie Veronica che lo ha reso padre di due figli. Tra qualche giorno ripartirà da Cagliari, formazione nella quale ha già militato nel 2008, contribuendo ad un’incredibile salvezza in A grazie ad un girone di ritorno da urlo. Una categoria nella quale i sardi sperano di poter tornare al più presto dopo la retrocessione dello scorso torneo, affidandosi ad un portiere che rappresenta un lusso per la serie cadetta.
Intanto, da testimonial all’inaugurazione del Centro Medico Sportivo Unime, Storari si è complimentato per la valenza dell’iniziativa: “Il mio amico Bruschetta mi aveva descritto la struttura degna di un College americano e quasi stentavo a credergli, ma con questa visita mi sono reso conto di come sia stato fatto qualcosa di importante per tutta la città. Sento soltanto lamentele quando torno a Messina per le vacanze, invece oggi sono contento di aver ammirato gli impianti del Cus che possono costituire un enorme vanto”.
Da lontano ha seguito le vicissitudini del Messina, piombato in D dopo la doppia sfida con la Reggina. “Ho seguito da tifoso il campionato del Messina ed ovviamente mi è dispiaciuto tantissimo per come si è concluso. Questo epilogo non se l’aspettava nessuno, ma è dipeso anche da una serie di fattori, basti pensare ai punti di penalizzazione prima dati e poi restituiti alla Reggina che hanno consentito agli amaranto di giocare i playout. Purtroppo è stato un brutto scherzo del destino che la retrocessione sia maturata proprio nel derby”.
Da Messina, dove ha giocato dal 2003 al 2007, trovando l’ideale trampolino di lancio verso i grandi palcoscenici, alla finale di Champions League, che ha visto nel maggio scorso la squadra di Allegri superata dal Barcellona. “E’ stato stupendo arrivare sino all’ultimo atto della Champions League, tra le due squadre top d’Europa. Dispiace non essere riusciti a vincere la Coppa, ma è stata comunque un’annata straordinaria”.
Quel doppio intervento da campione, nel corso di Inter-Juventus, a sbarrare la strada prima a Palacio e poi ad Icardi, resterà una delle immagini più belle del suo percorso in bianconero. “E’ stata una parata bella e difficile, per me l’ideale conclusione di questa stagione strepitosa. Quella partita con l’Inter l’abbiamo giocata inoltre pochi giorni prima della finale di Coppa Italia vinta contro la Lazio, competizione che ho affrontato da protagonista, arrivando a conquistare il trofeo. Insomma, non potevo chiedere di meglio per chiudere la mia avventura con la Juventus”.
A Cagliari il 38enne estremo difensore sarà uno dei leader della compagine appena affidata a Massimo Rastelli. Obiettivo dichiarato l’immediato ritorno in A. “Dopo cinque anni straordinari con la Juventus ero in scadenza di contratto e ho scelto di andare a giocare altrove. Oltretutto i bianconeri si son ben coperti nel ruolo con l’arrivo di un giovane interessante come Neto. La proposta del Cagliari, che mi ha offerto un biennale, è stata convincente in tutto, nonostante l’interessamento di Fiorentina, Bologna e Verona. Giocherò in Serie B, ma questo non conta, perché nel club rossoblù ho trovato una società solida ed un progetto serio, oltre ad una grande tifoseria. In futuro mi piacerebbe invece tentare un’esperienza all’estero”.