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Messina

Il bilancio del Messina: trasparenza e certezze per attrarre acquirenti

Il Messina è in vendita. Ormai da mesi, a sentire il patron Pietro Lo Monaco, anche se in realtà una consegna formale della società al sindaco Renato Accorinti non è mai avvenuta. Ed anzi non risultano contatti tra le parti neppure dopo l’ultima infuocata conferenza stampa dello scorso 9 giugno, nella quale l’imprenditore campano ha pesantemente apostrofato il primo cittadino.

Accorinti
Il primo cittadino Renato Accorinti a colloquio con il patron dell’ACR Messina Pietro Lo Monaco

D’altronde l’ultimo anno è stato caratterizzato da continui avvicinamenti e brusche frizioni. I due litiganti ritrovarono il feeling quando il Comune si occupò del collaudo decennale del San Filippo e della realizzazione di un nuovo sistema di video-sorveglianza, ma i concerti di Vasco Rossi e Jovanotti prima ed il trasferimento delle tifoserie ospiti dagli imbarcaderi allo stadio dopo hanno fatto saltare nuovamente il banco.

Per agevolare eventuali acquirenti occorrerebbero probabilmente maggiori certezze anche sui conti del club e magari un incarico ufficiale ad una società del settore. Basti pensare all’advisor milanese, la celebre “Tamburi e associati”, alla quale la famiglia Franza affidò – per la verità invano – l’incarico di cedere il pacchetto azionario del FC Messina.

Celeste
Il terreno del “Giovanni Celeste” è in condizioni precarie

Tre settimane fa Lo Monaco ribadì di fronte ai cronisti di avere operato investimenti milionari nel corso del suo triennio di gestione. C’è chi ha espresso qualche perplessità, pensando ad un mercato condotto sia in estate che in inverno all’insegna dell’economia ed alle condizioni precarie nelle quali sono sprofondati i due stadi, il San Filippo, ristrutturato adesso dagli organizzatori dei concerti, ed il “Celeste”, con i consiglieri di quartiere Interdonato e Barresi che ne denunciarono il degrado ad aprile (clicca qui per visionare il relativo album fotografico).

C’è attesa quindi di conoscere nel dettaglio i conti dell’ACR, che lo scorso 25 giugno ha approvato l’ultimo bilancio, che non è stato però ancora depositato. Per fare chiarezza in merito abbiamo contattato Lillo Guglielmo, collega che è anche commercialista e revisore dei conti.

Lillo Guglielmo
Lillo Guglielmo, commercialista e revisore dei conti

“In condizioni normali, le società di capitali devono, per legge, approvare il bilancio entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, quindi entro il 30 aprile, e depositarlo entro i trenta giorni successivi. Vi è però la possibilità, solo se opportunamente motivata, di sfruttare un termine lungo, che estende fino a 180 giorni il termine per l’approvazione – chiarisce il professionista – Soluzione sposata appunto dal Messina, che il 25 giugno ha chiuso il bilancio ed adesso ha un mese di tempo, quindi fino al prossimo 24 luglio, per depositarlo”.

Per favorire la vendita del club – obiettivo prefissato dallo stesso Lo Monaco – occorrerebbe probabilmente un’accelerazione. “Se io fossi il commercialista di un potenziale acquirente della società chiederei di visionare quantomeno un bilancio di verifica. Si tratta di un documento interno, non ufficiale, che precede la stesura del bilancio d’esercizio vero e proprio. In quel modo avrei già certezze su debiti e crediti della società, che attende in particolare consistenti versamenti dalla Lega Pro. Un riferimento alle ingenti somme (circa mezzo milione di euro) che saranno riconosciute ad un club che ha sempre rispettato il parametro dell’età media.

Lo Monaco e Torrisi
Il patron del Messina Pietro Lo Monaco ed il presidente Isidoro Torrisi, che gli ha poi lasciato la carica

L’attuale proprietà ha ereditato un club indebitato, che non a caso aveva rischiato perfino la radiazione nel corso delle gestioni Di Mascio, Santarelli e Maiorano. “L’ultimo bilancio accertava poco più di un milione di euro di debiti – evidenzia Guglielmo – Un risultato paradossalmente fisiologico, in linea con quello di tutte le società della categoria”.

L’imprenditore campano ha evidenziato a più riprese di avere impegnato fondi propri per risanare i conti e di essere pronto a rinunciare a questi crediti, pur di favorire eventuali acquirenti. Un passaggio che chiariamo nel dettaglio: “Per ripianare i debiti il proprietario del club può effettuare dei finanziamenti infruttiferi, che normalmente sono soggetti a rimborso. Questi versamenti, tuttavia, diventano delle passività della stessa società nei confronti del socio unico che ha immesso i fondi”. Una procedura attuata, ad esempio, nei giorni scorsi da Preziosi, il patron del Genoa, che ha ripianato di tasca propria i 26 milioni di euro di passivo dell’ultimo bilancio del club rossoblu.

ACR Messina
Pietro Lo Monaco nel corso della conferenza stampa dello scorso 9 giugno

Proprio per incoraggiare eventuali acquirenti Lo Monaco assicurò che avrebbe rinunciato a questi crediti personali: “Con un eventuale cambio di proprietà il presidente subentrante dovrebbe restituire a Lo Monaco le somme effettivamente conferite di tasca propria, opportunamente evidenziate nelle scritture contabili della società, a meno che lo stesso non vi avesse rinunciato espressamente nel verbale dell’ultimo bilancio”. Ecco perché il deposito di quanto approvato lo scorso 25 giugno potrà chiarire davvero se qualcuno sarà disposto a subentrare nella gestione dell’ACR Messina o se l’ex amministratore delegato del Catania resterà al suo posto per il quarto anno consecutivo.

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