Spuntano altri nomi nell’inchiesta che ha portato all’arresto di sette tra dirigenti del Catania e procuratori sportivi. Agli arresti domiciliari sono finiti il presidente del club Antonio Pulvirenti, l’amministratore delegato Pablo Cosentino, il direttore generale Daniele Delli Carri, i procuratori Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. Secondo l’accusa alcune vittorie del Catania sarebbero state concordate a tavolino dietro il pagamento di denaro. Le indagini interessano anche i vertici dell’ACR Messina, in merito ad un singolo match dell’ultimo torneo di Lega Pro.
Nel corso della conferenza stampa che è stata ospitata dal Tribunale di Catania è stato annunciato infatti che sono stati emessi tre avvisi di garanzia nei confronti di Pietro Lo Monaco, Alessandro Failla e Fabrizio Ferrigno, rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore sportivo del club giallorosso, per presunta frode sportiva relativamente alla partita con l’Ischia, disputata lo scorso aprile e terminata sul punteggio di 1-1. I dirigenti peloritani sarebbero coinvolti in un’altra inchiesta non collegata al Catania ma seguita dalla stessa procura.
Le sei partite finite nel mirino degli inquirenti sono: Varese-Catania 0-3, Catania-Trapani 4-1, Latina-Catania 1-2, Catania-Ternana 2-0, Catania-Livorno 1-1 e Catania-Avellino 1-0. Indagati anche Alessandro Bernardini del Livorno, Riccardo Fiamozzi del Varese, Luca Pagliarulo e Luca Daì del Trapani e Matteo Bruscagin del Latina, che avrebbero intascato 10.000 € a testa per ogni “combine”.