Nella conferenza stampa fiume del San Filippo, prolungatasi per oltre novanta minuti, Pietro Lo Monaco ha chiarito nel dettaglio quali saranno gli ultimi passaggi burocratici legati al suo reiterato disimpegno, lasciando comunque un piccolo spiraglio: “Lascio al sindaco una società pulita, senza debiti. Cosa succede se non si presenterà nessuno? È una domanda da un milione di euro. Nessun interlocutore al momento mi ha detto che vuole subentrare, anche se sui giornali leggo che vi sarebbero potenziali acquirenti. A me non risulta affatto. Tengo a chiarire comunque che io non voglio nulla dei soldi che ho messo, è un regalo quello che ho fatto ad una città che sento mia perché ci vivo. Non ho disponibilità economiche necessarie per concorrere al ripescaggio. Se non si presenterà nessuno lascerò la squadra iscritta in Serie D, e vi è tempo per formalizzare la domanda fino al 10 luglio, anche perché avanziamo ancora crediti dalla Lega Pro”. Il riferimento è ad esempio ai contributi che saranno riconosciuti al club per avere rispettato il parametro legato all’età media dell’organico.
Eloquente e colorita l’espressione con la quale lo stesso Lo Monaco si è apostrofato al termine del suo triennio di gestione: “Qui a Messina c’era un coglione solo al comando e non tutte e cinque le componenti necessarie. In tanti hanno visto una mucca da mungere e quindi è legittimo il passo indietro al di là delle arrabbiature… Peccato perché eravamo all’inizio di un’autostrada e sarebbe bastato poco per arrivare in B nell’arco di un paio di stagioni. Si tratta della mia prima retrocessione in carriera e sinceramente è una cosa che mi ha toccato. In tre anni qui non ho mai fatto il Lo Monaco, ho perso anche il gusto di costruire”.
Il patron ha ammesso il suo graduale disimpegno, emerso già nel corso di questo 2015: “Negli ultimi tre mesi non ho visto una partita del Messina ed ogni volta che guardavo l’incasso era come se mi dessero una coltellata. Non so perché la gente non ha risposto. L’ACR comunque è specchio della città. Vedere che 70.000 guardavano la partita su Sportube sinceramente fa rabbia. I fumogeni tra primo e secondo tempo contro la Reggina sono stati lanciati soltanto per fare un danno alla società, non li avevo mai visti. Sono segnali inequivocabili che ho deciso di cogliere. Può anche darsi che la città non abbia voluto Lo Monaco e ne prendo atto e magari con qualche altro possa uscire fuori lo splendore del Messina”.