Il Messina non è ancora riuscito a dare una svolta alla sua stagione, come testimonia il misero bottino di appena due successi conquistati nelle ultime 24 giornate. Il tecnico Nello Di Costanzo, dopo i tre pareggi consecutivi delle ultime settimane, prova a pensare positivo, anche grazie alla crescita manifestata dal punto di visto offensivo: “C’è amarezza per non aver ottenuto i tre punti con il Martina e soprattutto ad Aversa, ma siamo consapevoli che quando si costruiscono diverse palle gol e si subisce poco la prestazione lascia ben sperare per il futuro. Bisogna continuare su questa strada”.
L’arrivo del preparatore atletico Filippo Argano è coinciso con una crescita anche dal punto di vista fisico, dopo che per mesi la squadra si era regolarmente sgonfiata alla distanza: “Il gruppo fa fatica, come se dovesse scalare le Alpi, ma stiamo cercando di pensare partita dopo partita ed allo stesso di un effettuare un ragionamento a lunga scadenza, in vista del prossimo mese e mezzo. Manca ancora brillantezza, ma c’è tanta intensità, sebbene a sprazzi. Anche ad Aversa abbiamo creato tanto e per un pizzico di sfortuna non siamo riusciti a segnare, reagendo però allo svantaggio, segno di chi non vuole arrendersi. Quando ci si trova un tunnel ci vogliono personalità e maturità”.
Il Catanzaro, distante nove lunghezze dal quarto posto che vale i play-off e forte di ben venti punti di vantaggio sulla zona play-out, non ha più molto da chiedere al campionato ma ha pur sempre battuto Lecce e Foggia in due delle ultime tre recite casalinghe, cedendo alla Salernitana soltanto al 96’: “Hanno una buona rosa, nonostante qualche assenza ed in casa vorranno fare bella figura. Nessuna delle avversarie da qui alla fine sarà demotivata. Finalmente avremo però l’organico quasi al completo. Soltanto Iuliano e Rullo restano ai box, mentre abbiamo recuperato dopo una lunghissima assenza anche il rumeno Marin. Con il Martina in difesa ne mancavano tre su quattro e se non siamo più in emergenza ciò fa ben sperare. In questo momento abbiamo bisogno di tutti e mi fa piacere avere l’imbarazzo della scelta, anche perché la concorrenza stimola. Sono inoltre contento che grazie allo staff medico stiamo recuperando chi aveva degli acciacchi”.
Per ironia del destino Di Costanzo è stato chiamato a risollevare il Messina proprio in un momento in cui la proprietà sembra pronta a lasciare la mano. Avvenne più o meno lo stesso sette anni fa, quando i Franza vanificarono una tranquilla salvezza, decidendo di iscrivere l’allora FC Messina in serie D a fine torneo: “Nel 2007-08 prima di Natale stavamo facendo benissimo, andando al di là di ogni aspettativa. Anzi, quel 2-1 contro il Bologna illuse un po’ tutti, facendo sognare addirittura una qualificazione per i play-off che mettevano in palio la A. Riuscimmo a salvarci in largo anticipo, come da programma, ma non c’erano nubi all’orizzonte e tutto quello che accadde fu un fulmine a ciel sereno. Oggi rispettiamo le dichiarazioni del presidente, che tiene anche di più di noi alla salvezza del Messina”.
Il calendario impone anche due veri e propri spareggi per la salvezza e due sfide proibitive contro le battistrada del torneo: “Dopo Catanzaro avremo da giocare gli scontri diretti con Ischia e Savoia e da affrontare Benevento e Salernitana, tutte sfide avvincenti. È per certi versi più stimolante giocarsi un finale di stagione con degli obiettivi, anziché essere tranquilli. Sette anni fa, invece, nelle ultime giornate c’era un disinteresse totale. Ora tutta la città dovrebbe stringersi attorno alla squadra, cui non si può rimproverare nulla sotto il profilo dell’impegno nelle ultime settimane. Con l’aiuto delle varie componenti possiamo condurre la barca in porto”.
Di Costanzo assicura che non si era prefigurato una situazione differente prima di ritornare in riva allo Stretto: “Ero consapevole delle difficoltà, ma anche che vi erano le basi per venirne fuori. Sono d’accordo con il ds Ferrigno: l’organico non è da bassa classifica, ma almeno da metà della graduatoria. Occorre toccare le corde giuste e lavorare sotto il profilo atletico, senza voler criticare chi mi ha preceduto. La squadra, però, non ha la tenuta per i 90 minuti e siamo convinti che quando i giocatori troveranno la condizione, con maggiore personalità e carattere, anche da parte dei più giovani, avremo le potenzialità per uscire fuori da questa situazione”.