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Messina, la vittoria è d’obbligo. Di Costanzo prepara alcune novità

Non esistono alternative alla vittoria. Alla vigilia della sfida del “San Filippo” con il Cosenza in casa Messina è clima da ultima spiaggia. Nessuno vuol sentire parlare di playout, sebbene la salvezza diretta sia divenuta un miraggio. Le sette lunghezze dal Melfi un Everest da scalare. Le sei sconfitte consecutive pesano come un macigno e la classifica spaventa, anche alla luce di un ultimo posto adesso non troppo distante. Guai, però, a mollare. La strada per assicurarsi la permanenza si è fatta in salita, ma è ancora percorribile, a costo di dover soffrire fino in fondo. D’obbligo una reazione, dopo la doppia scossa che ha portato prima al ritorno del ds Ferrigno e poi all’esonero di Grassadonia, sostituito in panchina da Di Costanzo.

Corona prova a farsi spazio tra Gammone e Jidayi
Corona prova a farsi spazio tra Gammone e Jidayi

“Giocheremo per la nostra dignità” ha detto il capitano Giorgio Corona che all’andata sbagliò al “San Vito” il rigore del possibile successo ed anche per questo ha grande voglia di rivalsa. Il Messina si aggrappa al suo uomo simbolo per uscire dalla crisi. La carica data dai tifosi ai giocatori, nel corso degli allenamenti settimanali, rappresenta inoltre energia positiva da trasferire in campo per la prima di otto gare da disputare col coltello tra i denti. Cancellare l’immagine dello spento Messina degli ultimi due mesi, quello precipitato in graduatoria dopo il derby vinto per 4-1 con la Reggina lo scorso 25 gennaio, è l’obiettivo primario. Al di là dei propri limiti la squadra sa di essere mancata soprattutto a livello caratteriale, ma a far discutere adesso è pure una condizione atletica tutt’altro che ideale per affrontare il rush finale. Argomento evidenziato anche da Nello Di Costanzo, atteso dall’esordio casalingo della sua gestione.

Rajcic pressato da Mancini ed Altobello
Rajcic pressato da Mancini ed Altobello

Il tecnico di Acerra, che ha preferito non sbottonarsi in chiave formazione, potrebbe ripartire dal 4-4-2, modulo al quale è fedele, oppure affidarsi al 4-3-3. In difesa, davanti a Berardi, probabile il quartetto composto dai rientranti Cane e Silvestri sugli esterni, con Altobello e Pepe al centro, dato il secondo turno di squalifica per Stefani. Il rebus è in mezzo. Mancini, che a Foggia ha giocato uno spezzone dopo aver superato l’infortunio, dovrebbe ritagliarsi un posto da titolare con Damonte, Ciciretti ed uno tra  Nigro e Bonanno, ma molto dipenderà dall’assetto tattico prescelto. Il talento scuola Roma, che Di Costanzo ha avuto con sé a Carrara, può ricoprire più ruoli e garantire la giusta dose di fantasia. In avanti, invece, non ci sono dubbi: spazio al tandem Corona-Orlando. Nella lista degli indisponibili il portiere Iuliano e gli altri infortunati Izzillo e Spiridonovic. Tra i diciotto convocati anche Benvenga, che nelle ultime settimane sembrava essere ormai ai margini.

Giorgio Roselli tecnico del Cosenza
Giorgio Roselli tecnico del Cosenza

Il Cosenza deve fare a meno dello squalificato De Angelis, ma recupera l’attaccante Cesca che farà coppia con Calderini, match-winner contro il Lecce. Ravaglia tra i pali, Corsi e Ciancio laterali, Tedeschi e Carrieri in mezzo a comporre il pacchetto arretrato. A centrocampo scontato il ricorso a Criaco, Arrigoni, Caccetta e Statella. I 10 punti di vantaggio sulla zona playout, messi insieme grazie ad una striscia positiva di cinque risultati utili, consentono ai silani di poter scendere di campo al “San Filippo” con relativa tranquillità. Avere la salvezza già in tasca e dunque uno stato d’animo diametralmente opposto a quello di Corona e compagni potrebbe però giovare agli uomini di Roselli che, tuttavia, dovranno fare i conti con una tradizione assai sfavorevole. Appena uno il successo in riva allo Stretto dei rossoblù in 32 precedenti. A due anni da quel Messina-Cosenza, autentico spareggio che sancì la virtuale promozione dei giallorossi in Lega Pro, le maggiori motivazioni saranno inevitabilmente dalla parte dei padroni di casa. L’imperativo è tornare a festeggiare i tre punti. Fallire non è più ammesso.

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