Come ripartire dopo la batosta del “San Filippo” contro la Juve Stabia ? Per il Messina è il momento più difficile della stagione, ben peggiore rispetto a quello coinciso con le goleade subìte a settembre da Matera e Casertana. Luca Orlando non nasconde la sua apprensione, ma prova a guardare avanti: “E’ di certo il momento più delicato, anche perché siamo nella zona calda della classifica e si avvicina il finale di stagione, con le partite a disposizione che diventano sempre meno. C’è un’aria pesante e dobbiamo cercare di fare il massimo. In questo momento, anche se non arrivano i risultati, occorre cominciare la settimana con la massima fiducia pensando alla gara successiva”.
Riavvolgendo il nastro l’attaccante campano cerca di spiegare da cosa sia dipesa la prestazione tutta da dimenticare fornita dalla squadra contro le “vespe” allenate da Pancaro. “Purtroppo nell’arco di una partita ci sono degli episodi che condizionano mentalmente, come accaduto domenica con il rigore in avvio. La squadra può perdere fiducia ed il pallone comincia a scottare, anche perché in rosa abbiamo tanti giovani. C’è poco da salvare dopo queste tre sconfitte di fila. Dopo lo 0-1 con la Juve Stabia, sebbene abbiano avuto altre occasioni, ci abbiamo comunque provato, insistendo nella loro metà campo e questo significa che la reazione c’è stata, prima di ricevere la mazzata del raddoppio. Ora dovremo essere bravi a far girare gli episodi dalla nostra parte”.
L’Aversa Normanna, sua ex squadra, proprio quando sembrava spacciata, ha risalito la china, abbandonando l’ultimo posto. Una rivale in più nella lotta per evitare i playout. “L’Aversa, dopo aver rivoluzionato la squadra a gennaio, ha dimostrato che può tirarsi fuori anche dalla zona playout e puntare alla salvezza diretta. Prendiamo da loro l’esempio positivo, ma ognuno deve guardare comunque in casa propria”.
A Lamezia per Orlando ci sarà presumibilmente una maglia da titolare al centro dell’attacco, complice la squalifica di Corona. Il momento giusto per segnare gol pesanti ed aumentare il bottino, fermo a quota 5. Il giocatore che Grassadonia aveva già avuto alle sue dipendenze a Salerno e Pagani, soffermandosi sulla sua posizione in campo, ci tiene a puntualizzare un aspetto: “Purtroppo sono venuti a mancare i miei gol e spero da qui in avanti di sfruttare le occasioni che mi verranno date. Accetto le critiche costruttive, ma è anche giusto riconoscere che nelle ultime nove partite ho giocato solo 60 o 70 minuti in attacco. Spero adesso di segnare reti pesanti e di venire fuori da questa situazione insieme a società, squadra e tifosi che stanno particolarmente soffrendo. Non faccio richieste esplicite, sono un tesserato e voglio onorare al massimo questa maglia. Sono dunque il primo ad essere dispiaciuto per non aver contribuito con i gol, raggiungendo già la doppia cifra. Sebbene in questo campionato per 17 o 18 gare abbia fatto l’esterno di centrocampo nella mia carriera non ho mai cercato alibi. Né un attaccante può essere giudicato per i 45’ disputati davanti con la Juve Stabia o lo spezzone di Caserta, dove ho fatto anche gol. Ogni giocatore deve essere messo nelle migliori condizioni per poterne sfruttare le caratteristiche”.
Ai tifosi, che domenica hanno atteso la squadra all’esterno dello stadio dopo la partita e che hanno anche assistito alla ripresa degli allenamenti, dice: “I risultati non stanno arrivando e guardando i tifosi e la passione che li spinge a seguirci dovremo essere bravi a portarli dalla nostra parte, cercando di conquistare la salvezza, un obiettivo importante dopo le due promozioni ottenute dal Messina. Ci auguravamo ovviamente di vedere qualche presenza in più sugli spalti dopo la vittoria nel derby contro la Reggina. In quell’occasione magari abbiamo sentito l’importanza del match, mettendoci agonismo e cattiveria, al di là delle qualità tecniche. Ed è soprattutto il cuore che servirà nelle prossime partite”.