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Messina ancora a digiuno di successi: progressi vanificati dal calo nel finale

Il Messina non sa più vincere. Contro il Catanzaro un altro boccone amaro da ingoiare, proprio quando la strada del successo sembrava ormai ritrovata. Ed invece la beffa firmata Rigione, lasciato colpevolmente tutto solo in area, in pieno recupero, ha allungato a sei la striscia di gare senza vittorie per la squadra di Gianluca Grassadonia, cui non è bastato un sensibile passo avanti sotto il piano del gioco e della personalità per conquistare l’intera posta e dare un calcio alla crisi. Invece il bottino di punti conquistati resta magro: appena quattro nelle ultime sei giornate.

Il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, furibondo con la terna arbitrale, allontanato dal terreno di gioco
Il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, furibondo con la terna arbitrale, allontanato dal terreno di gioco

Rivoluzionato l’undici iniziale, con le grandi novità rappresentate da De Bode e Bonanno, oltre alla conferma di Bjelanovic in avanti. Hanno patito, invece, Altobello e Benvenga, schierati sulle corsie esterne in ruoli che non ricoprono abitualmente. Tra i migliori senza dubbio Orlando, che in avvio di ripresa ha dato la scossa alla squadra con le sue accelerazioni, mettendo in difficoltà la difesa del Catanzaro. L’ex dell’Aversa Normanna è stato poi particolarmente astuto in occasione del penalty, procurato per effetto del contatto con Rigione. Massima punizione contestata dai calabresi, con i replay che hanno alimentato i dubbi.

Dal dischetto, dopo i due errori consecutivi di Corona ed Orlando e le relative polemiche, questa volta si è presentato con freddezza Stefani, alla sua seconda trasformazione stagionale, confermando le doti di grande rigorista. L’ottimo Bindi ha intuito la traiettoria ma la conclusione, potente ed angolata, si è rivelata imprendibile anche per l’ex portiere del Latina, un “pupillo” di Sanderra.

Il rigore di Stefani che ha sbloccato il risultato (foto Maricchiolo)
Il rigore di Stefani che ha sbloccato il risultato (foto Maricchiolo)

Una volta in vantaggio il Messina ha però sofferto del classico “braccino”, arretrando troppo il proprio baricentro e prestando il fianco alla reazione del Catanzaro, affidata soprattutto al subentrato Barraco, in una giornata di scarsa vena del tridente composto da Kamara, Fofana e Pagano. L’innesto dalla panchina ha cambiato la storia del match e non soltanto per l’assist decisivo offerto a Rigione. L’1-1 contro una formazione che ha raccolto un pareggio all’esordio in trasferta, dopo il successo colto in extremis alla “prima” con il Barletta, ha prodotto nuovi rimpianti in casa giallorossa e non serve paradossalmente molto neppure ai calabresi, sprofondati a -7 dalla zona play-off.

Nessuna svolta in classifica: sempre due i punti di margine sulla zona play-out e l’insidiosa trasferta di Ischia all’orizzonte prima delle sfide con le big Benevento e Salernitana, che contendono a Juve Stabia e Lecce la promozione diretta in serie B. Per la sfida agli altri isolani Grassadonia recupererà Donnarumma, che ha scontato un turno di squalifica, ed attende di conoscere il responso dello staff medico sulle condizioni dell’infortunato Izzillo, che sembra comunque destinato al pronto recupero. Si sono accomodati soltanto in tribuna al San Filippo anche Silvestri ed Enrico Pepe: una scelta tecnica destinata a fare discutere, anche se De Bode e Stefani non hanno certo demeritato.

Corona pressato da due avversari. Per
Corona pressato da due avversari. Per “Re Giorgio” spazio soltanto nel finale (foto Maricchiolo)

L’appuntamento di domenica in terra campana, nell’insolito orario delle 11 del mattino, verrà preparato ancora in silenzio stampa, prolungato dopo l’1-1 con il Catanzaro. Un isolamento che resta davvero incomprensibile e che non consente agli appassionati di conoscere le sensazioni di uno spogliatoio che per volere della società si è isolato sempre più dall’ambiente esterno.

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