Vi proponiamo una piacevole chiacchierata con Stefano Maiorano, che sabato al San Filippo in Messina-Catanzaro sarà il grande ex della sfida.
– Come giudichi l’inizio della tua avventura calabrese e cosa ti ha spinto a scegliere il club?
“Personalmente sta andando abbastanza bene anche fisicamente e quindi sono soddisfatto. In estate c’era stato l’interessamento anche di Salernitana ed Ascoli, ma offerte vere e proprie non ci sono mai state. Qui invece ho apprezzato l’interessamento concreto del direttore sportivo e poi sapevo che avrei trovato una società ambiziosa ed un pubblico importante”.
– Cosa non ha funzionato con Moriero, rimpiazzato dal nuovo tecnico Sanderra?
“La realtà è che ci sono squadre che viaggiano ad un grandissimo ritmo e quindi hanno pagato Moriero e Gregucci a Caserta, dove è saltato un tecnico che ha perso soltanto tre partite. Con i punti che abbiamo all’attivo saremmo primi o secondi negli altri due gironi. E poi l’allenatore salta sempre per primo e paga prima dei calciatori. Ma sinceramente la squadra è buona e la situazione non era certo drammatica. Abbiamo offerto ottime prestazioni con Benevento, Lecce e Salernitana. Dobbiamo lavorare per migliorare ancora”.
– Per te segnare non è mai stata un’abitudine. Quali le sensazioni dopo il bel gol al Lecce, realizzato peraltro con indosso la maglia numero 10?
“La squalifica di un compagno e l’indisponibilità di altri mi hanno consentito di avere quel numero sulle spalle, che però non mi compete! Sono stato fortunato nel realizzare quella rete”.
– Nella stessa giornata è andato a segno anche un altro ex del Messina, Antonio Cucinotta, con la maglia del Chieti. Abbiamo saputo di un scambio di battute tra voi due…
“Mi ha chiamato sabato sera dopo la rete a Lecce per lodare le mie doti di tiratore da fuori area: gli ho risposto che d’altronde sono uno specialista! Poi ci siamo risentiti il giorno dopo, voleva comunicarmi che mi aveva imitato… Gli ho detto che se dopo di me aveva segnato anche lui allora il pallone è veramente finito in Italia…”
– Quale la partita del biennio trascorso in giallorosso che ricordi più volentieri?
“Quella in casa con il Cosenza. Ero in ritiro allo stadio e già all’una, a due ore dal calcio d’inizio, vedevo una marea di gente accorrere al San Filippo. Erano in 10.000, una città che calcisticamente aveva tanto sofferto si era risvegliata. È stata una grande soddisfazione”.
– Come sarà affrontare il Messina da avversario al San Filippo? Ritroverai tanti ex compagni…
“Li sento spesso. Oltre ai bei ricordi ho un rapporto di amicizia più che di lavoro e sono in contatto costante con Corona, Enrico Pepe, Caturano e Simonetti (adesso a Termoli, ndc)”.
– In particolare sfiderai in mezzo campo il tuo “gemello” Bucolo e tuo cugino Nigro. Chi prevarrà?
“Il calcio è strano: mi farà piacere vederli e salutarli anche se per un giorno saremo avversari. A Saro ricordo che sono già avanti di un gol. L’ho sentito proprio per dirgli che nella nostra consueta sfida sono come tradizione in vantaggio…”
– Che Messina ti aspetti, alla luce di quanto mostrato dalla squadra di Grassadonia nella prima parte di torneo?
“Ho visto in diretta sul web la partita di Martina Franca. In questo periodo le cose non girano bene ma ne usciranno perché conosco i ragazzi e la squadra a livello tecnico, morale e fisico ha le qualità per risalire in fretta la classifica”.
– Che ricordo conservano a Catanzaro di Ferrigno e Corona, tuoi compagni di avventura a Messina nel precedente biennio?
“Sono innamorati di entrambi, anche perché dalla C1 lo hanno portato in B. “Re Giorgio” in particolare arriva subito dopo Massimo Palanca (che in giallorosso ha collezionato addirittura 332 presenze, siglando 115 reti, tra il 1974 ed il 1990, ndc). Ad ogni modo quando uno fa bene e segna è giusto così: hanno dato tutto per la maglia ed in Calabria non lo hanno dimenticato”.