E’ divenuto subito una pedina inamovibile dello scacchiere di Grassadonia. Luca Orlando, l’uomo del derby dello Stretto, è l’emblema di un Messina in netta crescita, per voglia, attenzione in campo e spirito di squadra. “Veniamo da due risultati importanti conquistati contro Lecce e Juve Stabia, formazioni che lottano per il vertice. La nostra autostima è aumentata, ora occorre continuare di questo passo. Ci aspettano delle gare che sulla carta possono sembrare più semplici, ma questo campionato ha detto che non esistono squadre materasso. La Vigor Lamezia – prosegue l’ex dell’Aversa Normanna – ha ottenuto al momento 15 punti, davvero un buon ruolino di marcia. Noi dobbiamo sfruttare il fattore campo e con il mister stiamo valutando come affrontare i calabresi. Nelle ultime due partite abbiamo avuto un atteggiamento più difensivo rispetto alle precedenti che alla fine ha pagato”.
La Vigor Lamezia ha spesso rivestito il ruolo di “bestia nera” per il Messina, così come l’allenatore Erra, ex di Gelbison e Sambiase. “Erra è di Salerno, siamo dunque concittadini, mentre con Montella abbiamo giocato insieme. Può essere la volta buona per sfatare il tabù, ma al di là di questi aspetti che lasciano il tempo che trovano è giusto guardare al presente, proiettandosi anche al futuro, pensando a dove questa squadra può arrivare lavorando giorno dopo giorno”.
Gaeta, appena tesserato dopo il periodo di prova, è un’arma in più per il reparto offensivo. Orlando dà il benvenuto al nuovo compagno: “Fino a giugno lo conoscevo soltanto da avversario, poi ci siamo allenati insieme in estate nell’Equipe Salerno. E’ un ragazzo dotato di buone qualità fisiche e tecniche, oltre che di un certo spirito di sacrificio. Adesso siamo cinque in avanti, ma la concorrenza non può che far bene”.
Due fin qui le reti all’attivo per l’ex dell’Aversa Normanna in maglia giallorossa, impiegato però sovente da esterno. “Ho svolto questo compito nelle categorie giovanili, comunque ben diverse dai campionati professionistici. La situazione è momentanea, società e staff tecnico mi hanno chiesto di sacrificarmi e col Lecce è arrivata anche la gioia del gol. L’altra prova di grande sacrificio contro la Juve Stabia è stata ripagata da un nuovo risultato positivo. Ha rappresentato un motivo d’orgoglio aver strappato un punto a Castellammare”.
Dopo il magico colpo di tacco contro la Reggina e la segnatura quasi in spaccata ai danni del Lecce, manca la rovesciata, suo marchio di fabbrica. “Negli anni passati sono andato a segno in quella che è la mia specialità soltanto in trasferta, ora preferirei magari che avvenisse in casa, davanti ai miei tifosi. Ci sono già andato vicino in un paio di circostanze, ma non è andata bene. Al di là della gloria personale è però più importante il bene della squadra ed i risultati che man mano stanno arrivando”.