Non è solo un derby; è un antagonismo che vive nella vita quotidiana e scava con orgoglio e territorialità nel passato più remoto. Tra il vincerlo e il perderlo c’è più di uno Stretto. E la parte del Leone, per una sera, è stata tutta del Messina. I peloritani si sono imposti a Reggio Calabria (0-1) nell’anticipo della terza giornata del girone C di Lega Pro Unica.
A risolvere la contesa ci ha pensato Orlando con uno spettacolare colpo di tacco al 77, su assist di Donnarumma. È una zampata alla Ibrahimovic, un calcio in faccia alla Reggina, che pure si era fatta preferire per mole di gioco e occasioni. Almeno tre, nitidissime, tra primo e secondo tempo. Insigne inventa e sbaglia a porta vuota, Di Michele si divora la rete nel secondo tempo a due passi dalla porta e Lagomarsini è super su Viola. Gli amaranto attaccano, spaventano, affidandosi a un Rizzo stellare, ma l’ultimo metro è maledetto. Dall’altra parte il pragmatismo è, invece, di casa e la “mossa” di Orlando è roba da annali per le storiche battaglie dello Stretto. Il Messina e Messina sono in visibilio. A 22 anni dall’ultimo derby di serie C ed a 7 da quello in serie A, la Madonna della Lettera illumina il porto peloritano nel quale rimbombano il battito e le urla degli 800 al seguito dei Leoni. Non è solo un derby. E vincerlo una vita più tardi, prenderselo dopo 2704 giorni, è atto di goduria senza prezzo.
Daniele Miceli – LegaProBlog