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Torregrotta, il neo allenatore Peppe Borelli: “Punteremo a fare qualcosa di buono”

In effetti, è una situazione per me del tutto inedita, ma confido nella collaborazione di tutti, a cominciare dai giocatori, per affrontare questo nuovo impegno nel migliore dei modi. Non posso che ringraziare il presidente Sindoni e la dirigenza per l´opportunità concessami”. Sono queste le prime parole di Peppe Borelli da allenatore del Torregrotta, al “battesimo” assoluto da responsabile della prima squadra (finora, a parte il ruolo di capitano della stessa, aveva lavorato nella scuola calcio come istruttore degli Esordienti). Un’investitura, la sua, decretata nei giorni scorsi a maggioranza quasi assoluta dal consiglio direttivo del club rossoblù di Promozione.

Lui però, pur consapevole delle responsabilità che lo attendono, non perde l´ironia ed il fare da guascone da romano di nascita (ma spadaforese di adozione) che da sempre lo contraddistinguono. “Sarei bugiardo se dicessi che mi attendevo questa nomina. Del resto, con i nomi che circolavano negli ultimi tempi, francamente io ero quello che per alcuni versi partiva sfavorito. L´avere al fianco un elemento dello spessore umano di Pippo Bonarrigo ed alle spalle una società come il Torregrotta, mi lascia sereno e consapevole di poter essere messo nelle condizioni di fare bene“.

Borelli promette che il suo Torregrotta sarà “una squadra che lotti col coltello tra i denti dal primo all´ultimo minuto di gioco di ogni partita e che, a prescindere dal risultato al triplice fischio, esca dal campo a testa alta dopo aver gettato sul rettangolo, tutte le proprie energie per portare a casa il risultato. Solo così si potrà puntare a fare qualcosa di buono”.

Bonarrigo Pippo prep.atl.Il neo trainer sembra escludere a priori un’eventuale doppia funzione da allenatore-giocatore. “E´ molto improbabile. A mio parere, l´allenatore deve cercare di restare sempre tale senza cedere alla tentazione di scendere in campo anche se riconosco che in certi frangenti, un pizzico di esperienza in più possa servire a togliere le cosiddette castagne dal fuoco. Stare all´interno del rettangolo di gioco però, fa perdere di vista la situazione nella sua globalità e questo è un rischio che da allenatore non vorrei correre”.

Sul fronte dell’organico, non dovrebbero esserci in vista stravolgimenti nel gruppo che appena mantenuto il torneo di Promozione. “Insieme con il Presidente ed il ds Trovato -aggiunge Borelli – si sta cercando di mettere assieme tutti i tasselli del mosaico. Come primo obiettivo c´è quello di tentare di riproporre in buona sostanza il collettivo che tanto bene ha fatto lo scorso campionato, con in più qualche innesto nelle zone nevralgiche del campo e l´inserimento graduale ma costante dal nostro vivaio, dei ´97 che già si sono messi in evidenza nello scorso girone di ritorno, più i ´98 che stanno venendo su e che potrebbero tornarci utili”.

Borelli garantisce, infine, che il salto dal campo alla panchina non creerà equivoci o fraintendimenti con coloro i quali sino allo scorso aprile erano i suoi compagni di squadra. “Nessun problema. Il rapporto è improntato come sempre alla massima schiettezza. Ciascuno di loro sa cosa voglio. Non sarò un mastino nel vero senso della parola, ma è chiaro che col ruolo affidatomi, non potremo andare molto per il sottile. Ciò non toglie che per loro, sarò il Beppe di sempre anche se – e qui fa capolino il guascone – la loro sfortuna è che fino a 3 mesi fa ero un giocatore e quindi su determinati aspetti non mi lascerò “fregare” tanto facilmente.”

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