Se parli di Giovanni Perdichizzi professionalmente non puoi nascondere il fatto che sia riconosciuto da tutti il suo amore per Barcellona, città natale e che lo ha visto a più riprese grande protagonista in panchina con un ruolo attivo nella crescita del club indipendentemente da quello di capo allenatore. Le sue fortune però non sono legate solo al club giallorosso ed il suo nome mette tutti d’accordo in provincia e nell’intera regione. Sportivamente i suoi numeri non possono essere sottovalutati in tutto lo stivale, confermandosi pur sempre come l’allenatore più vincente del secondo campionato nazionale italiano (i dati si attestano praticamente alla soglia di duecento vittorie con quasi il 65% di affermazioni complessive), specialista in promozioni con un palmares di grido. Due i campionati di Legadue vinti, (il primo nel 2004 con l’Orlandina) dove fu più abile di un decurtamento del budget stanziato rispetto alla precedente stagione, centrando una splendida accoppiata, primo posto e Coppa Italia per quella che rimarrà una squadra dei record invincibili. Rimarrà altri due anni in terra paladina, giusto il tempo per due significative salvezze nell’Olimpo dei canestri.
Da allenatore è partito proprio dalla città del Longano nell’89 in serie C, dieci anni dopo lottava già per la massima serie nella finalissima contro la Snaidero Udine. Il trasferimento del titolo sportivo lo ha portato a Messina ai vertici, tra Legadue e serie A.
Poi altra esperienza densa di fascino in Puglia dove diverrà punto di riferimento per i tifosi con la New Basket Brindisi, inanellando quattordici vittorie consecutive nella stagione regolare che sono valse alla formazione adriatica il primo posto nel campionato di serie B d’Eccellenza. In seguito ai playoff, sotto la guida di Perdichizzi, Brindisi ha raggiunto la finale per la Legadue perdendo a Trapani al PalaIlio gara 1, ma ribaltando il risultato in gara due al PalaPentassuglia di Brindisi 79 a 74, conquistando quindi la Legadue e confermando la sua guida sulla panchina biancoazzurra per la stagione successiva che l’Enel Brindisi concluderà, al suo primo campionato di LegaDue dopo ventitre stagioni, al dodicesimo posto con 28 punti conquistando così la salvezza.
Nella successiva stagione (2009-2010) centrerà il secondo successo in Legadue, guidando l’Enel alla conquista della promozione nella massima serie, avvenuta con tre giornate di anticipo, grazie alla concomitante sconfitta della Dinamo Basket Sassari. Il 5 novembre 2010 riserva un altro momento da ricordare, Perdichizzi conquisterà il premio Reverberi, riconoscimento a ricordo dell’arbitro reggiano, come miglior allenatore della stagione 2009-10. Nel dicembre 2010 chiude il progetto in Puglia per ritornare a breve termine grande protagonista nella sua regione.
Il 13 settembre 2011 è annunciato come nuovo allenatore dell’Orlandina Basket, in DNA. La stagione, partita con grandi prospettive, si concluderà al primo turno dei play-off.
Recente ed ultima in ordine di tempo la sua seconda esperienza giallorossa, la prima alle dipendenze del presidente Bonina. Figura centrale nella costruzione della squadra, il primo anno ricoprirà anche il ruolo di Gm ed avrà il merito di portare al PalAlberti giocatori di assoluta levatura. Il 12 luglio 2012 quindi torna ad allenare la “sua squadra”, la Sigma Barcellona, in Legadue. Il team non si nasconde in estate e conferma le proprie ambizioni sul campo, vincendo la stagione regolare, memorabile l’affermazione al PalaCarrara nello scontro diretto contro Pistoia, ma dovendo ugualmente disputare i playoff, esce inaspettatamente ai quarti dei play-off contro Trento, risultato che comunque consente al tecnico di ottenere la riconferma anche per la stagione successiva. Il roster verrà totalmente rinnovato l’anno seguente ma al secondo tentativo qualcosa non funziona e dopo tredici giornate Perdichizzi viene esonerato, a causa dell’inizio di campionato che vede la squadra fuori la zona playoff, precisamente in ottava posizione, piazzamento non in linea con le ambizioni della dirigenza. La storia dirà che la stagione di Barcellona non decollerà neanche in seguito ma il tecnico non cerca rivincite, tutt’altro. Dopo una seconda parte di stagione vissuta a bordo campo, da attento osservatore qual’è, l’allenatore peloritano è attualmente inseguito da diverse compagini e si sente ormai pronto a rituffarsi in campo con ruoli e aspettative ancora da decifrare ma sempre con ambizioni immutate per vincere l’ennesima sfida in carriera.
La prima considerazione è sul campionato appena trascorso, vinto da Trento nell’anno della riforma che obbligava le due squadre ad un ampio utilizzo di atleti italiani e due soli extracomunitari.
“Alla fina si può tranquillamente affermare che ha vinto la squadra che ha dimostrato la maggiore regolarità durante l’anno, supplendo a qualche infortunio occorsole per strada ed alle precarie condizioni fisiche del leader Elder. Hanno meritato la promozione, è un gruppo che lavora insieme da anni. Personalmente nella seconda parte di stagione ho svolto un lavoro di consulenza e scouting, seguendo il lavoro di alcuni colleghi e amici, senza dimenticare l’opera importante del monitoraggio di atleti italiani e americani sempre utile per aggiornarsi”.
L’anno e mezzo trascorso a Barcellona non verrà dimenticato tanto presto, Perdichizzi ha sposato il progetto della squadra della sua città che voleva ripartire dopo le amarezze del recente passato e con sostanziali differenze ha accarezzato l’obiettivo della promozione in massima serie.
“Parliamo di due stagioni molto differenti, la prima rappresentava la ripartenza dopo le amarezze patite in quella precedente. Il presidente Bonina mi ha affidato con amore la squadra e pur sapendo di andare incontro ad un doppio ruolo non facilmente gestibile ho ricoperto la doppia veste di conduzione tecnica e quella manageriale. Trattare durante l’anno con agenti e giocatori era faticoso, ma l’ho fatto per l’amore di Barcellona. Poi dovevo anche allenare e conciliare le due cose non era semplice. A molti è sfuggito il fatto che quell’anno abbiamo ridotto sensibilmente le spese di gestione del campionato, pur rimanendo molto ambiziosi grazie a precise scelte di mercato. Siamo arrivati primi ma, unico caso in Europa, il torneo non prevede la promozione diretta ed abbiamo avuto poca fortuna con gli accoppiamenti pescando in post season proprio Trento. Infatti avevamo perso durante l’anno un giocatore “pesante” ed utile come Sanders che ci avrebbe aiutato nei duelli ravvicinati contro i tiratori trentini. Così non è stato ma rimangono le emozioni per un campionato eccelso contraddistinto da tante vittorie importanti, specie in trasferta. Intendo ribadire che la squadra costava a libro paga meno del passato”.
Il tecnico affronta poi il discorso relativo al secondo anno che lo ha visto protagonista per tredici giornate: “Abbiamo pagato una chimica di squadra che non si è mai trovata a dovere, i tanti infortuni hanno pesato sulla mia gestione e su quelle successive. I giocatori erano di livello ma alcuni sopravvalutati in termini economici. Un sincero bravo a Marco Calvani ma neanche il tecnico romano è riuscito a mutare le sorti del torneo. Ricordo che la mia squadra pur soffrendo ha sempre lottato fino agli ultimi possessi di ogni partita”.
La Sigma s’identifica profondamente col presidente Bonina, una figura che ha rilanciato il basket nella città del Lonagano e che adesso chiede precise garanzie per poter continuare il progetto sportivo.
“Non è un mistero il fatto che ci lega un rapporto di vera amicizia, ho seguito da osservatore il suo ingresso nella pallacanestro avvenuto negli ultimi anni. Secondo me ha capito che in certe situazioni serve maggiore pazienza e meno impulso, per non accelerare scelte drastiche. Mi lusinga la sua stima e col tempo la delusione per il mancato obiettivo si assottiglierà. Posso dire che abbiamo contenuto le spese col budget di due anni che era equivalente a quello della singola stagione precedente”.
Ritornando all’attualità l’allenatore guarda con favore alle iniziative di sostegno che si stanno succedendo nella città del Longano ma il futuro resta incerto: “Bisogna capire che il presidente ha un ruolo fondamentale ma non è più rinviabile il sostegno da parte della città, dell’imprenditoria e delle Istituzioni. Tutti devono essere d’aiuto in questo particolare momento. So che le difficoltà ci sono per tutti ma serve un risveglio dell’imprenditoria, saluto inoltre con favore le iniziative del trust e la campagna abbonamenti”.
In chiusura il tecnico ex Orlandina parla del suo futuro, in un particolare momento di mercato che lo vede accostato a diverse compagini della nostra pallacanestro, segno di una riconosciuta credibilità tra gli addetti ai lavori. Si dice pronto a rituffarsi in campo ma detta precise condizioni: “Sono lusingato per questi attestati di stima (accostato al momento alla stessa Barcellona e alle ambiziose Matera e Latina, ndc). Già nel 2007 dopo la parentesi in terra paladina cercavo nuovi obiettivi. Punto ad un progetto allettante, non economicamente ma dal punto di vista lavorativo che non guardi alla semplice vittoria del torneo e che sia indipendente dalla categoria o località. Ricordo che nel 2008 aspettai fino a gennaio prima di approdare a Brindisi dopo che in estate ero stato accostato a Scafati. Potevo anche andare a Pavia ma non vedevo i requisiti giusti nell’esperienza lombarda. Quella pugliese invece si è dimostrata essere una tappa emozionante coincisa con quattro anni eccezionali che ancora oggi tutti gli sportivi ricordano”.