Non è facile riassumere in poche parole l’impresa compiuta dall’Aquila Trento nella stagione di DNA Gold, alla seconda partecipazione consecutiva per il club del patron Longhi. I bianconeri di Maurizio Buscaglia hanno mantenuto per dieci mesi un livello altissimo di rendimento come confermato dal primo posto in classifica al termine della stagione regolare, la finale di Coppa Italia persa in finale contro Biella e la storica vittoria dei playoff che è valsa la promozione in serie A, traguardo impensabile solo pochi mesi fa per una società giovane, nata nel 1995, che ha messo tutti d’accordo per organizzazione e progettualità a lungo termine, capacità di sfruttamento delle risorse a propria disposizione e abilità nella fidelizzazione coi propri tifosi. Chi più di ogni altro ha legato il suo nome ai tanti successi dell’Aquila bianconera è il 45 enne tecnico perugino Maurizio Buscaglia, alla quarta stagione consecutiva sulla panchina trentina, dove si è fregiato del titolo di miglior coach dell’anno, ha preceduto nella speciale classifica l’ormai ex paladino Gianmarco Pozzecco, insieme al riconosciemnto per il pivot Davide Pascolo, a dimostrazione di una supremazia schiacciante della propria squadra. Col tecnico abbiamo sottolineato la prova di forza dei suoi ragazzi nella serie di finale contro un’Orlandina particolarmente temuta alla vigilia.
“Devo dire che abbiamo espresso un gioco fatto di grande energia in tutti i playoff, venivamo dalla grande emozione di aver ribaltato in cinque gare la serie con Torino. Si sa alla fine si affrontano tutte le squadre più forti e motivate. La voglia di confermare quanto fatto in stagione regolare era tante. Affrontavamo una squadra con caratteristiche diverse, di grande solidità che come noi ha sempre occupato i primi posti. Puntavamo, e poi così è stato, a mantenere il vantaggio del fattore campo per poi provarla a chiudere al PalaFantozzi. Sono contento perché abbiamo lavorato bene, loro hanno provato a vincere fino alla fine e non perdevano in casa da sei mesi. Grande forza mentale nel cercare di fare la migliore partita possibile senza ricorrere all’altro match ball di gara 4. Non era facile, ci siamo rialzati anche nelle difficoltà, come il meno 9 nel terzo quarto”.
L’amore per il basket non ha conosciuto confini nella personale esperienza di coach Buscaglia, da sempre patito per l’atletica ma col pallino della gestione e della preparazione della partita in uno degli sport più praticati nel mondo.
“Mi è piaciuto subito come tutti gli adolescenti, sin da bambino giocavo a scuola ed al campetto. L’occasione effettivamente è nata un po’ tardi, da solo non lo praticavo ma la voglia era spontanea. La figura dell’allenatore mi è sempre piaciuta, mi affascinava a qualsiasi livello. L’impegno è sempre stato massimo, sin dalla prima chiamata a Perugia, lavorando col settore giovanile tre volte a settimana. Da hobby ad attività e poi vero e proprio lavoro, è stato un processo del tutto naturale“.
Trento coi suoi numeri si è dimostrata più forte della cabala, chiudendo prima in stagione ed ad ottenere la massima serie.
“Da qualche anno la prima non riusciva a essere promossa (l’ultima nel 2011 Brindisi ma quell’anno la prima saliva direttamente, ndc). Noi il 30 novembre ci siamo isoalti in vetta alla graduatoria dopo un duello con Torino e Orlandina. Lo sforzo maggiore l’abbiamo profuso nelle ultime sei partite di stagione regolare. Per tutti eravamo la classica ottima squadra che però non aveva l’ambizione e le possibilità di arrivare fino in fondo, ma nei playoff abbiamo mantenuto fede ai nostri obiettivi”.
Nei numerosi successi da tecnico, l’allenatore umbro un posto particolare lo riserva alla Sicilia, regione che lega indissolubilmente ai suoi ricordi.
“Era evidentemente scritto, sicuramente ci andrò in vacanza, ho tanti amici. Quest’anno abbiamo eliminato Agrigento e Capo d’Orlando e la certezza del primo posto è arrivata col successo di Trapani. Lo scorso anno da ottava abbiamo eliminato Barcellona e ribaltato sempre coi giallorossi la differenza canestri in Coppa Italia mentre in passato con Perugia ho vinto un torneo di B2 contro Trapani”.
Infine dopo gli ultimi giorni di festa in città con un migliaio di tifosi che hanno omaggiato la squadra ricevuta anche a Palazzo della provincia è già tempo di pensare alla nuova esperienza in massima serie. Nessuna paura però e voglia di confrontarsi anche con i club più titolati d’Italia.
“Il nostro credo è la progettualità e l’organizzazione, il palazzetto pieno (oltre 4000 tifosi a partita) ne è la testimonianza ed il successo più bello. Sappiamo di non essere ricchi ed il confronto con Milano, Siena e Cantù può mettere i brividi. Il budget però non fa tutto, contano anche le idee, la loro unicità conta nel saper vincere, perciò ci faremo trovare pronti”.
Questo il video celebrativo della promoizone dell’Aquila Trento in serie A: