La seconda tappa del Giro del Delfinato presentava un profilo altimetrico importante, con l’arrivo posto alla fine di un impegnativa salita, banco di prova ideale per testare la condizione dei pretendenti alla vittoria del prossimo Tour de France. I tre favoriti principali al podio più alto di Parigi sono Chris Froome (vincitore del Tour dello scorso anno), Alberto Contador e Vincenzo Nibali, tutti e tre presenti al Giro del Delfinato e tutti e tre pronti a darsi battaglia nel finale della seconda frazione. A dar fuoco alle polveri ci ha pensato Froome, con una accelerazione micidiale a 5 Km dal traguardo. Prontissimo a rispondere Contador, mentre Nibali preferiva salire col proprio passo. Il siciliano perdeva sì qualche metro ma si gestiva con intelligenza riuscendo a rientrare sul tandem di testa dopo un centinaio di metri. Le accelerazioni di Froome continuavano chilometro dopo chilometro, con Contador sempre incollato alla ruota del britannico e con Nibali che perdeva inizialmente contatto ma che poi riusciva sempre a rientrare. Così si arrivava al triangolo rosso dell’ultimo chilometro con sei uomini al comando: oltre Froome, Contador e Nibali facevano parte del gruppo di testa Wilco Kerdeman, (giovane olandese già protagonista di ottime prestazioni al Giro d’Italia), Jurgen Van Der Broeck e Andrew Talansky. L’accelerazione fatale per tutti, Froome l’ha proposta proprio all’ultimo chilometro di gara: una rasoiata tremenda a cui solo Contador è riuscito a rispondere. Lo spagnolo era al gancio, ma è riuscito ugualmente concludere la tappa a ruota di uno stratosferico Froome, vincitore di tappa e sempre più leader della Generale, dopo il successo anche della prima frazione, una crono individuale di 12 Km.
Nibali ha chiuso in sesta posizione, staccato di 26”. Il risultato può apparire sotto le attese, ma questo va visto sotto un’ottica diversa. Occorre guardare avanti, con la consapevolezza, dal proprio punto di vista, di non essere, ancora, all’altezza di Froome e Contador ma di essere sulla strada giusta per poterli avvicinare. La grinta dimostrata dal campione messinese in questa seconda tappa fa ben sperare per il futuro. Gli attacchi indiscriminati piovuti su Vincenzo in questi ultimi tempi si stanno confermando un falso scoop, artatamente creato per muovere un polverone. Il vincitore del Giro d’Italia del 2013 ne è consapevole e va avanti per la propria strada, con la motivazione e la grinta che, molto spesso, solo le persone veraci del sud sanno avere. Gli sportivi italiani sono con lui.