L’armata bianconera non conosce limiti e con una prestazione sontuosa espugna il PalaFantozzi e rifila in finale un secco 3-0 che significa storica promozione in serie A per un sodalizio nato appena nel 1995 e che è partito dalla serie D. Tutti a ballare ed intonare canti alla fine della gara, è questa la scena che coinvolge i giocatori dell’Aquila autori di una post season straripante e di duna gara 3 da incorniciare. I numeri nella loro freddezza racchiudono il successo trentino: 90 punti segnati, 43 dal solo Triche (48 di valutazione), 13 triple col 54% dall’arco e 100 di valutazione complessiva. Adesso la squadra del patron Longhi può godersi il viaggio di ritorno e materializzare con calma l’impresa ottenuta e la conquista della massima serie.
Nel dopo gara visibilmente emozionato il commento di Maurizio Buscaglia, uomo simbolo non certo abituato alle copertine ma che col gruppo bianco nero negli ultimi tre anni ha legato il suo nome ad un’escalation di successi: “Dopo l’impresa è semplice ragionare. Sono molto emozionato, ho un groviglio nello stomaco. La serie poteva essere completamente diversa da quello con Torino dopo l’angoscia di gara quattro perché se perdevi andavi a casa, è scattato qualcosa nella nostra testa. Tutti facevano la corsa su di noi, poi quando abbiamo giocato la bella siamo cresciuti di mentalità. Abbiamo vinto le due gare in casa per mantenere il fattore campo sapendo quant’è difficile vincere qui, avevamo lo stesso percorso in casa dell’Orlandina. Avevamo giocato una cattiva partita, quella con Torino, questo ha creato la giusta tensione, poi tutto è stato positivo. Questo vuol dire tanto, ma se giochicchi un attimo in un campo come questo sei finito, come l’Orlandina ha dimostrato pareggiando la gara ed andando avanti nel punteggio. Siamo maturi ma non così tanto esperti, abbiamo recuperato dal meno dieci nel terzo quarto, è stata una grande impresa. Soffrivamo a rimbalzo, poi abbiamo reagito, non abbiamo giocato i miss match, circolando al meglio la palla. E’ girata l’inerzia della sfida, abbiamo ripreso il pallino dell’azione, potevamo competere fino alla fine. Noi non siamo stati criticati dall’esterno, tutti aspettavano il nostro orgoglio ma siamo un grande gruppo molto coeso al suo interno. Ringrazio infine il pubblico di Capo d’Orlando per l’estrema correttezza e sportività nel tributarci l’applauso a fine gara”.
Poi senza alcun preavviso entrano in scena i suoi giocatori che vogliono festeggiare la serie A col proprio tecnico, l’allenatore perugino subisce il classico gavettone, è stato lui l’autore di una cavalcata iniziata tre anni fa, coincisa con la promozione dalla A Dilettanti e la conquista della Coppa Italia lo scorso anno.