Ci siamo. Domenica 1 giugno, alle ore 18 ci sarà il primo atto della serie di finale playoff di Adecco Gold, che mette in palio un posto in serie A. Si comincia con la gara 1 al PalaTrento: le prevendite per questa sfida sono andate benissimo con già 3000 biglietti venduti (3100 biglietti venduti per la gara 2 di martedì 3 giugno alle 20.30 nell’impianto trentino). Nella giornata di domenica le biglietterie del PalaTrento apriranno alle ore 16.00 proprio per permettere a tutti i tifosi di assicurarsi uno dei 1000 biglietti ancora a disposizione per la prima sfida con l’Upea Capo d’Orlando. Ovviamente sale l’attesa per un match che porterà al PalaTrento una squadra di altissimo livello, che insieme con Trento darà vita ad una serie che si preannuncia davvero straordinaria, come spiega il Direttore Generale di Aquila Basket Salvatore Trainotti che non nasconde le insidie della serie di finale.
“Giochiamo contro una squadra solida formata da giocatori forti, di grande esperienza, abituati a giocare partite di playoff. Hanno una piazza che gli trasmette grande entusiasmo. L’allenatore ha carisma, è furbo, con un impatto anche tecnico sulla squadra maggiore di quello che lui cerca di farci credere ed è abilissimo ad usare la comunicazione e la sua storia di grande giocatore. Ovviamente l’essere arrivati in finale avrà dato alla squadra ulteriori certezze. Detto questo, anche noi abbiamo le nostre qualità. Abbiamo una storia di una stagione e di un playoff che ci hanno fatto crescere come singoli e squadra, e dato quella credibilità che magari ad inizio stagione non ci veniva riconosciuta.”
L’Aquila Basket si presenta a questa sfida dopo 40 partite ufficiali giocate tra regular season, playoff e Coppa Italia: la squadra è cresciuta nell’arco della stagione e ora si appresta a vivere una finale da protagonista. “Abbiamo gerarchie chiare dentro il gruppo, un allenatore con una forte leadership costruita settimana dopo settimana lavorando con i ragazzi in palestra, uno staff che lavora con professionalità, un nucleo di ragazzi esperti e consapevoli del proprio ruolo, e un gruppo di “rookie” a cui abbiamo dato responsabilità e fiducia fin dall’inizio, con alcuni già da qualche anno. Mi piace pensare che questa finale sia figlia non tanto della programmazione come molti dicono, ma piuttosto dall’aver lavorato duro e in armonia tutti insieme. Quando guardo negli occhi le persone vedo solo gente disposta a rinunciare a qualcosa per la vittoria.”
Trento giocherà questa finale con un roster che può contare anche su un gruppo di ragazzi anagraficamente giovani, ma che hanno alle spalle diverse stagioni importanti. E la loro crescita non è sfuggita agli osservatori: basti dire ad esempio che Spanghero e Baldi Rossi sono stati convocati da coach Pianigiani per il raduno della Nazionale Sperimentale che si terrà in Trentino a Folgaria (11-19 giugno). “Non è facile per un giovane emergere. Serve sfrontatezza e faccia tosta che a volte viene percepita dall’esterno come arroganza o presunzione. In realtà quello è il modo per accorciare le distanze da giocatori di grande curriculum e per vincere i pregiudizi.
Li abbiamo sempre protetti perché vedevamo come lavoravano durante la settimana. La cosa bella è che partita dopo partita i nostri ragazzi hanno guadagnato il rispetto dentro e fuori il campo, tutti hanno iniziato ad apprezzare il loro coraggio e la voglia di vincere. L’ultimo quarto contro Torino non è stato casuale, era figlio di questa voglia di vincere. Magari non ne hanno viste tante come i vari Basile e Soragna ma hanno dimostrato di avere umiltà nell’ascoltare i consigli dell’allenatore e dei compagni più esperti e tanta ma tanta voglia di conquistarsi la serie A sul campo”.
Nelle sfide contro Capo d’Orlando, così come nelle precedenti contro Torino, Forray e compagni potranno contare su un pubblico che ha saputo diventare un fattore importante, non solo in termini di numeri ma anche di partecipazione. “Il pubblico è qualcosa di incredibile. Mi ha sorpreso non tanto nei numeri ma nella partecipazione e nella capacità di legarsi alla squadra. Sono onesto: non ho mai avuto dubbi che con questa squadra potessimo arrivare fino in fondo. Anche sulla società non avevo dubbi. Ho la fortuna da sempre di lavorare per persone che mi hanno sempre permesso di dirigere una società che è riconosciuta innanzitutto per la serietà. Qualche dubbio lo avevo sul pubblico: sarebbe stato duro solo pensare di fare la serie A con la città che risponde poco. Adesso questo dubbio non ce l’ho più, la città è pronta. Anzi ci sta dando quello spinta in più per andare oltre i nostri limiti.”
Domenica alle ore 18 ci sarà la palla a due di gara 1: e Trento proverà a realizzare minuto dopo minuto il proprio sogno chiamato serie A. “Quando arrivi a giocarti la serie A penso che non sia solo una questione di aver vinto tanto durante l’anno. Significa che dietro quello che fai c’è un’idea e attorno a quell’idea tutti provano a dare il massimo. Ho la sensazione che siamo tutti alla stessa pagina del libro. Squadra, società, pubblico. Questo non significa ovviamente che vinceremo, c’è anche un avversario tra l’altro fortissimo, significa però che abbiamo quello che serve per vincere e faremo tutto quello che serve per portare a Trento la serie A.”