Entrerà in vigore il prossimo 6 aprile il decreto legge che prevede l’obbligo da parte dei datori di lavoro di richiedere il certificato penale ai dipendenti (anche volontari) che lavorano a contatto con i minori. Nella Gazzetta ufficiale n° 68 del 22/03/2014 è stato pubblicato il Decreto Legislativo n° 39, che, in attuazione della direttiva 2011/93/UE, introduce nuove norme concernenti la lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
Per ciò che riguarda associazioni e società sportive dilettantistiche questo decreto impone un nuovo obbligo, conseguente all’introduzione dell’art. 25 bis (aggiunto al DPR 313/2002), che recita:
“Il certificato penale del casellario giudiziale di cui art. 25 deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne per taluno dei reati di cui agli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies e 609-undecies, del codice penale, ovvero l’irrogazione di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori”.
Il datore di lavoro che non adempie all’obbligo di cui all’art. 25 bis del DPR 14/11/2002 n° 313, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 10000 euro a 15000 euro.
In pratica tutte le associazioni o società sportive dilettantistiche, dovranno, entro tale data, richiedere a tutti gli istruttori, tecnici, e chiunque altro soggetto (anche volontario) che svolgano attività regolari con minori, il certificato sopra indicato, e verificare che tutto sia a posto.
Il Coni si sta adoperando per ottenere un periodo transitorio che consenta alle società di adeguarsi a tale norma, visto anche l’intasamento che si creerà presso le cancelleria delle Procure della Repubblica, lo stesso presidente Giovanni Malagò ha dichiarato: «Al di là di nuovi costi che vanno a gravare addirittura su chi fa volontariato – le parole del n.1 del Coni – in assenza di una soluzione transitoria c’è il concreto pericolo di una paralisi delle attività sportive dilettantistiche in Italia oltre ad un inevitabile ingolfamento di richieste presso le Cancellerie delle Procure della Repubblica dell’intero territorio nazionale». «Il mio auspicio – conclude Malagò – è che il Governo possa prevedere una fase di moratoria almeno per consentire alle associazioni sportive di concludere la stagione 2013-2014 e nello stesso tempo di dar loro il tempo per adeguarsi ad una norma giusta ma inattesa».