L’ottavo risultato utile consecutivo consegna virtualmente la C unica al Messina. Un traguardo ipotecato con sei giornate di anticipo, nonostante il “pessimo girone di andata”, per utilizzare l’efficace espressione utilizzata nel dopo gara da capitan Corona. Difficile definire in altro modo la prima metà di stagione ed in particolare le prime dieci giornate, nelle quali maturò appena un successo. Rispetto ad allora d’altronde la squadra affidata a Grassadonia ha cambiato volto, se si considera che soltanto ieri al San Filippo sono scesi in campo ben otto calciatori che Catalano non aveva avuto a disposizione, Maiorano compreso.
De Vena è rimasto invece in panchina, mentre Zaine è ancora un oggetto misterioso, che potrebbe magari ottenere spazio nel rush finale. Quella ottenuta contro il Gavorrano è già la settima vittoria del girone di ritorno, del quale il Messina è l’incontrastata regina, con 24 punti all’attivo dopo undici giornate. L’approccio per la verità non è stato all’altezza delle precedenti uscite, complici il rilassamento probabilmente inevitabile dopo una lunga serie di exploit, il rendimento esterno disastroso e l’ultimo posto occupato dai toscani già virtualmente retrocessi in serie D ed anche l’assenza di Ferreira, la vera stella di questo organico, out per squalifica. Dopo l’iniziale vantaggio ospite il Messina ha faticato un po’ ma alla fine ha potuto sfruttare le ingenuità e l’impreparazione della retroguardia del Gavorrano, che fuori casa aveva realizzato in precedenza appena tre reti e raccolto la miseria di sei punti.
Implacabile il duo composto da Corona, che con la doppietta ha raggiunto la doppia cifra nonostante un’annata in cui il suo minutaggio è stato spesso limitato dai regolamenti legati all’età media, e da Bernardo, che con le due reti di ieri ha già eguagliato a quota quattro il bottino precedente con il Teramo. Tra le piacevoli rivelazioni anche la “zanzara” Pagliaroli, sgusciante trequartista arrivato dalla Sardegna e limitato fin qui dall’esplosione del portoghese, che con l’assist al bacio per Bernardo ha bissato quello offerto nel recente passato a Buongiorno in occasione dell’unica marcatura stagionale dell’ex genoano. Dopo quello con l’Aversa Normanna è maturato così il secondo poker della gestione Grassadonia, iniziata con il tris di Sorrento ed impreziosita dall’impresa di Foggia e dalla prova perfetta sul campo del Cosenza capolista.
L’unica nota stonata la sospetta distorsione al ginocchio rimediata dallo sfortunato Franco, che pregustava una partenza da titolare ed è rimasto in campo giusto per un giro di lancette, prima del grave infortunio che lo ha costretto a lasciare in barella il San Filippo. Tornato per la seconda volta consecutiva a colorarsi ancora di più di giallorosso, grazie ai 3.000 spettatori presenti. Una cornice che di questi tempi non è semplice da ammirare neanche in serie B e che testimonia la fame di calcio avvertita in riva allo Stretto, dove l’appetito è alimentato da troppi digiuni ed ovviamente dal recente quinquennio tra i Dilettanti.
Domenica si ripartirà dall’ennesimo scontro diretto di Melfi ma la pressione adesso è tutta sulle inseguitrici, considerato anche il pessimo rendimento del Chieti, giunto al quarto stop consecutivo, e del Castel Rigone, capace di ottenere appena cinque punti nelle ultime dieci giornate. La quota promozione si è così sensibilmente abbassata ed in sala stampa Grassadonia, al di là della cautela di facciata, ha ammesso che a questo punto potrebbero bastare appena cinque punti per celebrare matematicamente il traguardo.