Soltanto l’espulsione, seconda di fila dopo Poggibonsi, ha rovinato a Gianluca Grassadonia la giornata di festa per il quarto successo consecutivo. Anche nel post-partita il tecnico salernitano ha contestato il provvedimento: “Mi dispiace, mi sono innervosito, ma non meritavo affatto l’espulsione. Sono uscito di poco dall’area tecnica per chiedere all’assistente semplicemente di alzare la bandierina per segnalare un fuorigioco netto. Lasciamo perdere, in certi casi è preferibile non parlarne. Se si vede bene la partita dalla tribuna stampa ? No, affatto”.
La disamina di Grassadonia prosegue, dunque, sulla convincente prova offerta dai giallorossi. “Siamo partiti bene per 15′, poi abbiamo perso i riferimenti. Nella ripresa ho visto una grande prova di maturità, la squadra ha cercato il secondo gol che avremmo meritato anche prima. Con un episodio, infatti, magari si rischiava di pareggiarla, contro un Chieti che puntava a sfruttare le palle inattive. La presenza contemporanea di Ignoffo e Corona ? Facendo i conti mi sono reso conto che eravamo fuori dai parametri dell’età media. Ho fatto presente alla società che sarebbe stato importante giocare in una certa maniera, ottenendo carta bianca. Mi è piaciuto molto l’atteggiamento, era una partita importante ed i ragazzi sono stati bravi, stanno acquisendo la mentalità giusta. La società ha operato molto bene nel mercato invernale, mettendoci nelle condizioni di dare il massimo. ll gruppo è coeso e si può crescere ancora tanto, i margini di miglioramento ci sono. Il campionato resta aperto, non bisogna mai abbassare la guardia. La testa è già a domani, siamo concentrati sul match di Cosenza“.
Venerdì al “San Vito” il Messina arriverà adesso nelle condizioni ideali. “Al di là della diretta tv la squadra deve lottare. Per questo mi aspetto un approccio importante e la voglia di fare comunque la partita. Affronteremo una formazione che sta facendo bene. Uno sguardo alle prime posizioni della classifica ? Personalmente non mi accontento mai, chi si accontenta è destinato a morire”.