Casertana-Messina fu la sua partita. Era il 5 dicembre 2010 e la vittoria del “Pinto”, frutto dell’1-0 pesantissimo firmato da Totò Cocuzza, sembrava poter essere per i giallorossi il preludio alla scalata al vertice. Invece da lì partì una lenta agonia. Alla sfida casalinga persa per 0-3 con l’Ebolitana (davanti a 3.000 spettatori), giocata tre giorni dopo il blitz di Caserta, seguì infatti la rinuncia per la gara di Sapri. Con la terza mancata presentazione il baratro era sempre più vicino. Evitato il peggio, a gennaio la ripartenza attraverso il passaggio al gruppo Martorano, ma l’attaccante palermitano e quasi tutti gli altri protagonisti della squadra affidata a Beoni, che aveva fatto divertire il pubblico per qualche mese, nel frattempo erano approdati verso altri lidi. “Dovevamo fare i conti con una situazione societaria davvero pessima – dice Cocuzza – ma abbiamo onorato sempre la maglia, mettendo in ogni partita il massimo impegno e ottenendo degli ottimi risultati. Sono certo che senza quelle problematiche il campionato sarebbe stato nostro. Fare gol a Caserta è stato splendido. Giocammo alla grande, riuscendo a centrare la vittoria in una sfida di un certo blasone. E’ stata una partita che mi è rimasta particolarmente impressa, insieme al 3-1 contro la Nissa, quando tornammo in campo dopo le due rinunce”.
La storia d’amore tra Cocuzza ed il Messina ricominciò comunque nell’estate 2011. L’attaccante, primo tassello della società con a capo Lello Manfredi e l’anno dopo tra i soli riconfermati dal gruppo Lo Monaco insieme al cugino Corona, ha ripagato la fiducia a suon di gol (24 più i 5 della precedente avventura) nei due campionati disputati in giallorosso. L’ultimo il 5 maggio scorso, nella festa promozione con la Nissa, quando con le lacrime agli occhi festeggiò il salto di categoria. Nel Messina, in Seconda Divisione, per lui, però, non c’è più posto. “E’ stato un grande dispiacere dover lasciare il gruppo. Oggi non ne conosco ancora il motivo – spiega l’attaccante – ma evidentemente la dirigenza ha operato le sue valutazioni tecniche, scegliendo in questo modo. Non è stato un discorso economico, in quanto mi ero messo a totale disposizione della società, non facendo alcuna particolare richiesta. Fa male non poter prendere parte al campionato e dover assistere alle partite dalla tribuna del San Filippo, ma questo è il calcio e bisogna farsene una ragione”.
Sui vecchi compagni e sulle difficoltà della squadra, attualmente distante cinque lunghezze dall’ottavo posto, ultimo utile per agguantare la Lega Pro unica, aggiunge: “Non mi aspettavo un avvio così stentato da parte del Messina. Si tratta di un torneo molto equilibrato e l’importante è comunque che alla fine venga raggiunto l’obiettivo che la società si è prefissata. Nelle ultime settimane ci sono stati dei progressi evidenti e da qui alla sosta natalizia dovranno essere bravi a centrare più punti possibili, per poi cambiare marcia col nuovo anno. C’è stata tanta sfortuna in alcune gare, diversi giocatori importanti sono rimasti fuori per infortunio e quando manca la giusta tranquillità è sempre un grave handicap”.
Le brevi parentesi con Hinterreggio e Akragas sono già alle spalle. Cocuzza scalpita per tornare in campo, ma non è ancora chiaro cosa gli riserverà il futuro. “Ho avuto dei contatti con club di Seconda Divisione e Serie D, ma non c’è stato ancora nulla di concreto, occorrerà aspettare almeno la prossima settimana. Il mio obiettivo è trasferirmi in una società seria, dove si possa lavorare con tranquillità, pensando esclusivamente a fare il calciatore. L’Akragas rappresenta ormai un capitolo chiuso. Sono contento per il grande campionato che stanno disputando i miei compagni, ma il mister aveva evidentemente le sue idee. Forse in taluni casi sarebbe meglio stare zitti, ma io voglio camminare sempre a testa alta”.
In attesa di rivederlo protagonista c’è ancora tempo per sfogliare l’album dei ricordi, relativo agli indimenticabili anni di Messina. “Sarebbe facile indicare come il momento più bello la sfida con il Cosenza che sancì la virtuale promozione in Lega Pro. Dunque voglio sottolineare gli sforzi profusi nella stagione 2011-12, quando disputammo un grande torneo e riavvicinammo la tifoseria alla squadra, con un gruppo costituito da ragazzi come Coppola e D’Alterio pronti a dare l’anima per la maglia del Messina. Lì vennero poste le basi per il passaggio societario al gruppo Lo Monaco e al trionfo dell’anno scorso”.