Nonostante il passo avanti compiuto ad Aversa sotto il profilo del gioco il Messina deve fare i conti con una posizione di classifica al di sotto delle aspettative di inizio stagione. Il doppio turno casalingo con Foggia e Poggibonsi può consentire alla squadra di Catalano, terz’ultima insieme ad altre cinque formazioni, di risalire la china, mettendosi alle spalle il secondo ko stagionale. Per il difensore Alessio De Bode, schierato nell’undici titolare al “Bisceglia”, “è stata una sconfitta immeritata, originata dall’episodio del rigore con tanto di espulsione comminata a Lagomarsini”. “La nostra – prosegue il centrale – è stata comunque una prestazione positiva e per quanto prodotto in inferiorità numerica avremmo meritato almeno il pareggio. A Salerno avevamo già fatto bene sotto il profilo caratteriale e dal punto di vista della manovra. Nonostante i risultati queste due prove ci confortano”.
De Bode, di padre olandese, è nato a Savona, pur essendo originario di Celle Ligure. Questa la sua analisi del primo periodo in giallorosso, contrassegnato da un infortunio che lo ha lasciato fuori per qualche settimana: “Mi trovo bene con tutti, lo spogliatoio è davvero unito. Sono appena rientrato dall’infortunio subìto all’esordio con l’Ischia, una distorsione alla caviglia che secondo lo staff medico avrebbe dovuto tenermi lontano dal campo per almeno un mese. Invece il dolore è svanito del tutto e sono guarito dopo venti giorni. Nonostante la tante assenze abbiamo varie alternative in organico e ogni settimana occorre lottare per conquistare una maglia considerata la vastità di scelte in difesa. Personalmente sono venuto a Messina per dare continuità alle mie prestazioni, quello che mi era mancato negli ultimi due anni”.
Nella carriera di De Bode anche le esperienze tra le file di Juve Stabia, Carpi e Viareggio: “A Castellamare sono stato benissimo, ho trovato ottime la piazza, la tifoseria e la società. Non mi è mancato nulla, era il mio primo anno tra i professionisti. A Carpi, invece, ho subìto un infortunio che mi ha tenuto fuori per più di tre mesi.. A Viareggio è stato bello lavorare con mister Cuoghi, una vostra vecchia conoscenza. Allora non sapevo che sarei approdato in Sicilia, ma ricordo che tra le squadre che aveva allenato parlava bene proprio del Messina”.
Il classe ’91 sottolinea la lunga e felice parentesi nelle giovanili del Genoa, coronata dalla vittoria dello Scudetto Primavera nel 2010. Un trampolino di lancio verso il calcio professionistico. “Ho giocato insieme a Lagomarsini, mentre tutti gli altri ex del Genoa sono più giovani di me. Il ricordo più bello è relativo allo Scudetto Primavera, centrato dopo essere partiti facendo addirittura peggio rispetto a quanto stia avvenendo adesso a Messina. E’ la conferma che bisogna avere pazienza, perché poi le qualità emergono alla distanza”.
A De Bode ed al compagno di reparto Ignoffo, un Messina capace di realizzare appena quattro reti in sei giornate, chiede magari un contributo in chiave offensiva: “Il gioco aereo è una mia caratteristica e provo a sfruttare le mie doti anche in avanti. Ad oggi siamo stati un po’ sfortunati anche da questo punto di vista. Il campionato è molto equilibrato, abbiamo affrontato ottime squadre, che ci hanno concesso poco punendo subito ogni nostra disattenzione. Gli episodi sono stati spesso decisivi”.