E’ stato l’ex Di Costanzo ad infliggere al Messina la seconda battuta d’arresto del campionato. Se due settimane prima contro il Castel Rigone la prestazione dei giallorossi era stata del tutto opaca, in casa dell’Aversa Normanna è da annoverare tra le note liete di giornata la reazione della squadra, rimasta in inferiorità numerica per l’espulsione di Lagomarsini, un provvedimento ai più apparso esagerato data la dinamica dell’azione, ma capace di impensierire fino in fondo i campani. Un Messina fino a quel punto sprecone all’inverosimile, clamorosa la palla gol gettata alle ortiche da Gherardi a tu per tu con il portiere, nonostante la grande generosità profusa anche in 10 non è riuscito a rimediare al calcio di rigore trasformato da Di Vicino. A mettersi sulle spalle la squadra è stato come sempre Corona, vicinissimo al pari in almeno due occasioni.
L’1-0, spesso marchio di fabbrica di Di Costanzo (alla guida del Messina nel torneo cadetto 2007-08 vinse cinque incontri casalinghi con il minimo scarto), non rispecchia dunque l’andamento del match disputato sul terreno del “Bisceglia”, come candidamente ammesso dagli stessi protagonisti sul fronte opposto, ma apre comunque ulteriori interrogativi. Le assenze pesantissime di Chiaria, Maiorano, Guadalupi e Ferreira hanno nuovamente costretto Catalano a rivedere l’assetto, specie per quanto concerne il settore offensivo. In particolare, il forfait dell’ex cosentino sta privando la squadra del necessario tasso di qualità per aprire le difese avversarie. Con Parachì, che ha compiuto un passo indietro rispetto alla prova fornita contro l’Aprilia, ad Aversa hanno giostrato nel terzetto alle spalle di Corona anche Lasagna e Gherardi. Tra i due è l’ex Avellino ad aver denotato i maggiori segnali di crescita dopo il doppio confronto in terra campana, mentre il secondo, al di là del gol divorato a pochi passi dalla porta, non è ancora in grado di fare la differenza. In generale gli infortuni di inizio stagione hanno inevitabilmente comportato un affrettato inserimento nell’undici titolare di elementi che avrebbero avuto invece bisogno di migliorare la loro condizione fisica, dopo un pre-campionato senza un’adeguata preparazione.
I soli quattro gol realizzati fin qui dal Messina in sei giornate sono giunti tutti dalle punte (Corona 2, Chiaria e Parachì), alcuni dei quali frutto di prodezze personali, un altro dato su cui riflettere. Inoltre, se nella scorsa stagione il Messina sfruttava al meglio le palle inattive (Chiavaro, ad esempio, andò a segno in due occasioni sugli sviluppi di calci piazzati nelle prime cinque giornate di Serie D), in questo primo scorcio di campionato la squadra di Catalano non è riuscita a far ricorso a quella che rappresentava un’arma in più né a pescare il “jolly” dai centrocampisti, più votati al lavoro di copertura per supportare i compagni che a tentare l’inserimento. Le uniche scelte del tecnico non forzate sono da ricondurre al pacchetto arretrato che ha fatto registrare il rientro di Quintoni sull’out sinistro al posto di Bolzan, finito per la prima volta in panchina. Se Caldore è stato impiegato a destra, in mezzo c’è stato il ritorno al duo Ignoffo-De Bode, con il giocatore di origini olandesi preferito a Silvestri. La scelta di una coppia titolare è probabilmente uno dei passaggi chiave per garantire alla squadra la giusta stabilità.
La classifica resta cortissima (la coppia Cosenza-Vigor è distante sette lunghezze per le terz’ultime) e le big come Ischia e Casertana non stanno meglio del Messina, ma occorre comunque invertire al più presto la rotta. In questo senso il doppio turno casalingo con Foggia e Poggibonsi sembra aiutare i giallorossi nel tentativo di risalita in classifica. A differenza di quanto accaduto nelle passate settimane (l’Aversa veniva dal 2-4 con il Sorrento), Corona e compagni troveranno un avversario rinvigorito dopo il secco tris al Martina, valso la prima affermazione del torneo. Battere la formazione dell’ex Marcello Quinto (il centrocampista rimase in riva allo Stretto dal 2008 al 2009) sarebbe la miglior medicina per un Messina capace sino ad ora di ottenere i tre punti, con non poche sofferenze, esclusivamente al cospetto dell’attuale fanalino di coda Arzanese. Dopo il passo avanti sotto il profilo dell’atteggiamento adesso serve quanto mai festeggiare il ritorno al successo.