Dopo cinque giornate il Città di Messina vanta sette punti all’attivo: lo stesso bottino ottenuto un anno fa all’esordio in serie D. Una coincidenza statistica che comunque non illude il presidente Elio Conti Nibali, consapevole della rinnovata politica societaria improntata principalmente alla valorizzazione dei giovani: “Un anno fa abbiamo raccolto poco in trasferta, tra Vallo della Lucania, Cava dei Tirreni ed il San Filippo, mentre al “Celeste” arrivarono le vittorie con Sambiase e Licata. Ritengo comunque che questo dato statistico non abbia molto peso, anche perché quella squadra uscì alla distanza”.
A Ragusa è maturata la seconda affermazione esterna consecutiva per i peloritani, che nonostante una prova non esaltante hanno comunque mostrato progressi sul piano della consapevolezza nei propri mezzi: “La partita non è stata il massimo dal punto di vista tecnico e tattico ed abbiamo forse compiuto un passo indietro sotto quest’aspetto. L’avversario era alla nostra portata ed è apparso in ritardo di condizione. Eppure vincere è sempre difficile, soprattutto fuori casa. Ci trovavamo peraltro di fronte una società con l’acqua alla gola, che aspettava questa partita per risollevarsi”.
Il confronto con gli iblei è coinciso con le prime marcature di Bruno e Pino, due delle tante scommesse operate dal sodalizio peloritano: “Cosimo è reduce da quasi un anno di stop per via di un brutto infortunio. Ha necessità di lavorare e la rete gli trasmette maggiore tranquillità. Giovanni ha disputato finora due piccoli spezzoni. L’esordio era stato macchiato da un’espulsione, che fortunatamente ha riequilibrato con questa marcatura. È un ragazzo messinese, giovane (classe 1994, è arrivato in prestito dall’Akragas, ndc), forte fisicamente e con grande voglia di emergere”.
Il gruppo ha anche saputo sopperire alla pesante assenze di Vella: “Maurizio è stato fin qui tra i più positivi ed adesso si sta allenando regolarmente e sarà a disposizione per la sfida con il Noto. Il gruppo è nutrito e sono tanti i giovani con grandi margini di miglioramento che si giocheranno una maglia da titolare. Per adesso ci culliamo i tanti esordienti, un elemento come Manfrè, che ha già realizzato quattro reti, ed attendiamo la crescita di Buscema, che era in ritardo di condizione e si sta mettendo al passo con i compagni. Sono convinto comunque che nei prossimi mesi tireremo fuori dalla panchina tante altre belle sorprese”.
Il torneo sembra avere già delineato le sue gerarchie: “Sembra esserci una corazzata fuori categoria come il Savoia e realtà che all’opposto stanno scontando grossi problemi societari. Magari tra qualche settimana cambierà qualcosa ma di certo è singolare che già all’inizio della stagione vi siano simili problemi. È lo specchio della crisi. Noi siamo consapevoli di un contesto economico complicato ed amiamo rispettare gli impegni. In tanti spesso allestiscono grandi rose e fanno promesse che poi non mantengono e sono magari costretti a smembrare le squadre in corso d’opera”.
Il lavoro portato avanti dal tandem composto da La Rosa e Di Maria sta già dando i suoi frutti: “Il mister è una persona appassionata, che trasmette entusiasmo anche quando è in panchina. La doppia espulsione ci ha sorpreso perché non ha mancato di rispetto a nessuno. Gli arbitri in questa categoria sono molto giovani, spesso inflessibili, mentre dovrebbero essere meno fiscali. Ci può stare, impareranno magari anche sbagliando qualche decisione”.
Domenica al “Celeste” sarà di scena la grande protagonista dello scorso girone di ritorno: “Sinceramente non conosco a fondo il nuovo organico del Noto, anche se Nigro e Conti sono elementi di spessore per la categoria. L’allenatore Betta sa il fatto suo come, fa giocare bene le squadre, ha grande temperamento e sa trarre il meglio dai suoi. Infine anche il direttore sportivo Strianese sa fare il suo lavoro”.
Contro un avversario reduce dalla rimonta con il Due Torri e protagonista di un buon avvio di stagione le insidie non mancheranno: “Proveremo a sbloccarci anche al “Celeste” (dove sono maturate due sconfitte ed un pareggio tra campionato e Coppa Italia, ndc). Paradossalmente, a differenza di quanto avveniva un anno fa, ci esprimiamo meglio fuori casa, dove possiamo agire di rimessa ed in velocità, mentre in casa si chiudono di più gli avversari. Dovremo adeguarci a queste situazioni”.