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Il CUS Messina getta la spugna. Sidoti: “Vanificati due anni di successi”

Pippo Sidoti in panchina
Pippo Sidoti in panchina

Dopo giorni frenetici, caratterizzati da numerose riunioni con rappresentanti dell’Università e dell’imprenditoria cittadina non andati a buon fine per diverse ragioni, è calato definitivamente il sipario sul CUS Messina Basket. La società quindi non parteciperà al prossimo campionato di Divisione Nazionale B, categoria riconquistata dopo vent’anni da una società della città dello Stretto. Col tecnico Pippo Sidoti abbiamo riavvolto il nastro sulla vicenda della mancata costituzione della nuova società che ha segnato di fatto il naufragio del progetto bianco nero.
“La parola fine è stata scritta almeno dieci giorni fa, ci stavamo allenando con la nuova squadra ma abbiamo deciso di sciogliere le fila perché non c’era più una soluzione alternativa. Si tratta di una strana sconfitta per l’intera città, perché tutti ritenevamo  realizzabile la costituzione della nuova società” analizza il tecnico. “Gli incontri, anche numerosi, ci sono stati ma alla fine si è fatta marcia indietro, nonostante il pagamento dell’iscrizione al campionato. Contestualmente anche con l’Unime è saltato tutto, non ha sposato il nostro progetto”.
Dal lato squisitamente tecnico le garanzie c’erano tutte con i giocatori nuovi e vecchi che per una settimana si sono allenati a ritmo serrato: “Il nuovo roster era buono, competitivo nonostante i soldi non fossero tanti, così come abbiamo fatto l’anno scorso in DNC. I giocatori sono stati onesti verso la città e un movimento che non sempre ci ha visto di buon occhio. Con una doppia promozione eravamo riusciti a risollevare Messina dai campionati inferiori ed ora la città riparte esattamente da lì”.
Coach Sidoti ricorda il giorno della promozione, apice di una stagione in cui non tutto però ha funzionato alla perfezione: “Siamo arrivati in serie B alla fine di una grande cavalcata, poi tutto ha smesso di funzionare. Costruire questa nuova realtà non era facile ma le premesse c’erano tutte anche con figure istituzionali di prim’ordine che si erano spese a nostro favore. Personalmente ho sempre mantenuto gli impegni con grande dignità, rimettendoci magari di tasca mia. Alla fine anche i giocatori sono stati esemplari comportandosi correttamente verso l’ex società”.

Daro Gullo in azione
Daro Gullo in azione

Il pensiero dell’allenatore va a chi in questi mesi ci ha sempre creduto ma il cui lavoro non è bastato: “Abbiamo lavorato fino alla fine a stretto contatto per riuscire a costruire qualcosa d’importante, nomino i vari Bruno Donia, Roberto Gugliotta, Dani Baldaro, Fabio Vita, Josè Villari, mentre il rammarico aumenta verso altri ex dirigenti che in questi due anni hanno gioito per i successi conquistati dalla squadra. Nessuno ha creduto alla possibilità che il giocattolo andasse avanti. Sarebbe stata una cosa positiva per l’intero movimento, ma la grande occasione l’hanno persa i giovani che si affacciano a questo splendido sport ed i quali hanno bisogno di una prima squadra come punto di riferimento”.
Infine Pippo Sidoti parla del suo futuro che per un po’ non lo vedrà sui campi da basket: “Dal punto di vista personale avevo un impegno con questa società che doveva nascere, ma se il tutto naufraga il 10 settembre non puoi sperare di trovare soluzioni alternative. Vorrà dire che mi riposerò dopo 40 anni spesi sui campi prima da giocatore e poi da allenatore. Se ricapiterà un’altra occasione la valuterò ma dev’essere un progetto pluriennale. A Patti siamo partiti dalla prima Divisione ed in 6-7 anni siamo arrivati prima in B e poi in A Dilettanti. Volevo fare questo anche a Messina ma non c’erano più le condizioni. Ho il massimo rispetto per tutti, ho cercato di mettere la città al servizio della pallacanestro ed abbiamo anche vinto tanto (due promozioni; una Coppa Sicilia; un All Star Game; medaglia d’argento ai CNU, ndc).
Dispiace constatare che Messina è tornata indietro di 30 anni ma è viva la possibilità che qualcuno la riporti in alto perché stiamo pur sempre parlando di una grande città che può contare su tanti appassionati, servono però adeguate risorse”.

Fase di gioco
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