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Alla ripresa della preparazione nello spogliatoio del Messina si è discusso a lungo dell’inattesa battuta d’arresto maturata sul campo del Castel Rigone. Il tecnico Gaetano Catalano ha analizzato infatti gli errori commessi, che non dovranno essere ripetuti in futuro. A parlare uno dei senatori del gruppo, il centrale difensivo Giovanni Ignoffo, che non cerca alibi: “Abbiamo avuto un approccio non ottimale e sotto l’aspetto della presenza in campo nel primo tempo abbiamo sbagliato parecchio. Errori inammissibili, che devono però rappresentare uno stimolo ulteriore. Dobbiamo fare tesoro delle uscite a vuoto e trarne paradossalmente beneficio”.
Una sconfitta che comunque l’ex avellinese considera per certi versi fisiologica: “Non la paragonerei neppure a quella di Ribera. Ad inizio stagione può anche capitare, perché dobbiamo ancora crescere sul piano della condizione fisica ed anche dal punto di vista tattico abbiamo tanti giocatori nuovi, come Gherardi, che ci garantiscono tanta qualità, ma per i quali è normale un periodo di adattamento. Abbiamo avuto peraltro tre o quattro infortuni eccellenti, che ci hanno privato a lungo di Guadalupi, Maiorano, Cucinotta e De Bode. Anche se non dobbiamo cercare scuse questo ha sicuramente inciso”.
Ignoffo crede che proprio in questa fase emergerà la forza del gruppo: “La prova di domenica è stata deludente. Abbiamo perso punti e ottenuto soltanto critiche meritate. Le uscite a vuoto ci aiuteranno però a diventare squadra. A Messina ci sono tante pressioni ed aspettative ma nelle piazze importanti è giusto che sia così. Non sempre puoi essere acclamato: questo è paradossalmente il momento più bello per un calciatore, che deve dare il massimo per superare gli ostacoli e dimostrare che non era quello sceso in campo una settimana prima. L’importante è non avere rimpianti e guardare alla squadra e non alla prestazione personale”.
La classifica peraltro è cortissima e con due successi le squadre attualmente sul fondo potrebbero ritrovarsi a ridosso della Vigor capolista: “La verità è che il campionato deve ancora iniziare. Alla fine del girone di andata inizierò a guardare la graduatoria e perfino a quel punto i valori non saranno totalmente definiti. Siamo consapevoli che il percorso di crescita ci porterà alla fine all’obiettivo prefissato dalla società. Le nuove normative comunque non aiutano. Non è affatto facile restare lì in alto, c’è grande equilibrio e ci sono squadre che dopo una netta sconfitta conquistano magari una vittoria inattesa alla vigilia”.
Ignoffo indica proprio nell’attuale battistrada il modello da seguire: “Merito al Lamezia, perché proprio dalle gare deludenti in Coppa ha tratto insegnamento. È una squadra dinamica, con tanta voglia e fame di risultati. Dobbiamo prenderli ad esempio. Anche Casertana ed Ischia hanno avuto problemi, ma rispetteranno le previsioni della vigilia. All’inizio è normale che qualche atleta non si cali nella categoria e gli equilibri di una squadra ricostruita da zero arrivano con il tempo. In carriera mi è capitato di partire con i favori del pronostico, di inanellare una grande partenza e poi subire un brusco calo. A Foggia, in C1, siamo partiti in sordina ed alla fine abbiamo perso la B soltanto nei play-off con la Cremonese. Nel calcio si può sempre sorprendere”.Il vastissimo curriculum di Ignoffo comprende una ventina di campionati professionistici. È proprio Giovanni a scegliere le tappe più significative: “Quella di Avellino è stata un’esperienza bellissima, la A a Perugia l’annata (2003-04) calcisticamente più gratificante, anche perché ho giocato varie partite di Coppa Uefa, dopo la vittoria dell’Intertoto. Peccato per la retrocessione dopo lo spareggio con la Fiorentina. A Napoli (2004-05), dove sono approdato in prestito, non abbiamo vinto, eppure il primo anno della gestione De Laurentis è stato caratterizzato da grande entusiasmo. 65.000 spettatori in C1 erano un qualcosa di indescrivibile ed il primo gol di quel Napoli è stato proprio il mio: un esordio incredibile. Quella squadra mi ha dato una visibilità unica, superiore perfino alla A a Perugia”.
Impossibili fare paragoni con il presente: “Effettivamente al confronto il San Filippo sembra quasi deserto, anche se i tifosi si fanno sempre sentire. L’obiettivo di un calciatore è trascinare la gente. Speriamo di inanellare tanti risultati positivi per rivedere presto la cornice di pubblico che ha caratterizzato le sfide con Cosenza e Nissa. Sarà quella la vera vittoria del nostro campionato”.