Ed è proprio su un gol del folletto ex Gela, quello del 2-1, che scoppia il finimondo: “In merito a quanto accaduto nella giornata di ieri in occasione del match Biancavilla-Città di S.Agata – scrive la società sul proprio sito ufficiale – la società prende le distanze dal Gruppo Kaos ’96, non riuscendo nè a comprendere nè a tollerare l’atteggiamento e il comportamento che il suddetto gruppo ha avuto nei confronti della dirigenza, del mister e dei giocatori. Riepiloghiamo quanto accaduto: minuto 31 della ripresa, angolo di Giacomo Bontempo e conclusione al volo di Mincica: epico gol. L’attaccante, in piena trans agonistica, va ad esultare nella porzione di stadio dove sono assiepati dirigenti, fidanzate e genitori dei giocatori, piuttosto che continuare la sua corsa verso la zona di stadio dove aveva trovato posto il gruppo Kaos ’96. Si scatena il finimondo, con giocatori, tecnico e dirigenti, che, da qual momento, vengono ripetutamente insultati. Tra l’altro, già durante la partita – precisa la nota – i nostri giocatori sotto di un goal, venivano incredibilmente insultati, sotto gli occhi attoniti di tutta la dirigenza. Nonostante quanto accaduto, a fine gara, tutta la squadra, come di consueto, si è portata sotto il settore della tifoseria organizzata per ringraziarla del supporto dato, ma questa volta, ha ricevuto sputi e insulti – denuncia – nonostante si sia recuperata una partita incredibile dal 2-0 al 2-2.
Adesso gli interrogativi sorgono spontanei: ma cosa si pretende da una Società, – si legge – da un tecnico e da giocatori che dal 25 luglio si sacrificano quotidianamente con professionalità e spirito di abnegazione, per amore della maglia e della Città che si onorano di rappresentare in termini calcistici? Cosa si può imputare ad una società che è partita per salvarsi e oggi è prima in classifica? Cosa si pretende da atleti che prima di essere calciatori, sono uomini veri, ed hanno preferito il Città di S.Agata ad altre Società dove magari i rimborsi spese sarebbero stati superiori? Adesso è arrivato il momento di dire basta, di mettere un freno e come Società non permettiamo a nessuno di offenderci e di offendere i nostri tesserati. Se qualcuno non apprezza ciò che con grandissimi sacrifici fisici e soprattutto economici stiamo facendo, è pregato di “allontanarsi” da noi – tuona il comunicato – in quanto il nostro è un progetto serio e duraturo. Ci sentiamo amareggiati e siamo sempre pronti a confrontarci con la tifoseria ed eventualmente a supportarla, a condizione che il rispetto sia reciproco”.