Il protagonista assoluto della stagione del Messina è sicuramente l’esterno offensivo Marco Rosafio, capace di laurearsi capocannoniere di squadra con ben dodici reti. Eppure non sono bastati per centrare una post season che i peloritani avrebbero meritato: “C’è rammarico perché potevamo fare qualcosa di bello, dopo un campionato in cui abbiamo espresso un gioco di livello. L’inizio di stagione purtroppo ci ha penalizzato”.
Il bilancio personale è molto positivo, soprattutto dopo un’annata poco felice nella Juve Stabia: “Sono abbastanza contento, anche se potevo segnare di più. Peccato perché avrei voluto vedere lo stadio più pieno, magari nei playoff. Chi c’è stato ci ha dato una grandissima mano. Vedere tanti tifosi fuori casa è uno spettacolo e trasmette tanto calore ai giocatori. Sono cresciuto molto, porterò questa bellissima esperienza nel cuore”.
Per l’attaccante italo-svizzero era la prima esperienza in carriera tra i Dilettanti: “La categoria qualitativamente è un po’ diversa dalla C ma i ritmi in campo sono comunque sostenuti. Avevo segnato così tanto soltanto nel settore giovanile del Lecce: dieci gol con la Primavera, una trentina con la Berretti. Ma quelli sinceramente contano poco”.
Determinante è stata la cura Modica: “Il mister mi ha aiutato molto. È stato secondo di Zeman, che ha fatto segnare sempre tanto gli attaccanti. In doppia cifra sono arrivati anche Ragosta, Mascari e Yeboah. Merito dello staff tecnico e delle nostre trame di gioco”.
Se al “Franco Scoglio” sono maturate ben dieci vittorie, il Messina in trasferta ha vinto meno di Gela, Gelbison e Portici. Per Rosafio però non mancano le attenuanti: “Fuori casa abbiamo affrontato tante partite toste, a Barcellona, Vibo, Troina, Gela ed Acireale. Eravamo abituati a giocare palla a terra, con tocchi veloci e i campi pesanti ci hanno penalizzato, facendoci andare in difficoltà. Si poteva fare comunque meglio”.
A livello di singoli, l’esterno loda tanti suoi compagni: “Mi hanno impressionato la personalità di Lia e Meo. Tra gli over cito Migliorini, Ragosta e Lavrendi. Ed anche Cocuzza: un grandissimo giocatore, che non si discute. È stato attaccato inutilmente. In allenamento ho apprezzato grandi numeri, gli infortuni lo hanno penalizzato”.
Analizzando anche la sua carriera, a spiegare i dodici centri è anche il posizionamento in campo: “Sono nato in Svizzera e ci ho vissuto fino a nove anni, con i primi calci nel Coira. Ho fatto bene a Viareggio, da esterno destro, poi ho cambiato ruolo. Ho reso meno da seconda punta nel 3-5-2 a Monopoli o da trequartista a Forlì. A Castellammare ho fatto bene, con due gol e due assist. Ho avuto un minutaggio basso, con pochi spezzoni di gara e ho perso la fiducia”.
In riva allo Stretto la sterzata decisiva: “Quest’anno mi sono ritrovato, non provavo emozioni così da un po’ di tempo. In Campania avevo tre anni di contratto ma ho preferito rescindere. Non era facile trovare squadra in Lega Pro”.
Categoria che ora Rosafio spera di riabbracciare, magari con il ripescaggio del Messina: “La serie C sarebbe la mia priorità. A 24 anni qualsiasi ragazzo vorrebbe fare carriera e realizzare i suoi sogni. Ad ogni modo ho parlato con il presidente Sciotto e non escludo nulla. Peraltro i campionati sono ancora in corso e io ho staccato un po’. Al futuro ci penserò presto”.