Si stanno ricolorando di verde i due stadi cittadini. Straordinario il colpo d’occhio offerto dal “Franco Scoglio”, di tutto rispetto anche le condizioni del “Giovanni Celeste”, soprattutto se si pensa al degrado di un mese fa. Dopo le due semine del 5 e del 14 agosto, il nuovo manto erboso è già spuntato nella struttura di via Oreto.
Determinante il lavoro del vivaio di Franco Calatozzo, che non a caso in questi anni è stato contattato anche da Crotone, Catania ed Akragas per una consulenza sui rispettivi terreni di gioco. Il professionista messinese è stato convinto a rimettersi al lavoro dalla nuova dirigenza del Messina, nonostante avanzasse dalle precedenti proprietà dell’ACR somme ingenti, che con ogni probabilità non recupererà più.
Guai però a farsi prendere dai facili entusiasmi. “Consegnerò il campo il 5 novembre, perché è necessario fare trascorrere 90 giorni dalla prima semina. Non è possibile allenarsi prima – avverte Calatozzo -. Il Messina potrà utilizzarlo in modo intensivo e giocarci da fine novembre. Altrimenti si esporrà al rischio di pregiudicarne in fretta la tenuta”.
A giustificare tanta cautela la natura del terreno, piuttosto molle, che potrebbe reggere bene soltanto la disputa di una partita ogni due settimane, e anche la presenza… delle colombe. “Ce ne sono centinaia in zona e tendono a mangiarsi tutti i semi – spiega Calatozzo – Li abbiamo coperti con la sabbia, ma riescono a scavare e a scovarli. Purtroppo non c’erano alternative all’utilizzo di un terreno drenante, perché con un terriccio più duro l’erba non uscirebbe in superficie”. Per ovviare al problema la struttura è presidiata quotidianamente e le bandierine del calcio d’angolo sono trasformate in veri e propri “spaventapasseri”, che sembrano tenere lontani gli uccelli.
L’investimento complessivo, a carico della società, ammonterà a circa 20mila euro. È stato necessario infatti sostituire il quadro elettrico del sistema d’irrigazione centralizzato, i cuscinetti e i galleggianti di alcune cisterne. Alcuni dei locali interni dello stadio sono ancora allagati, a causa delle perduranti perdite. Sistemato il terreno di gioco, si dovrà comunque affrontare il problema dell’agibilità e delle carenze strutturali. Il colpo d’occhio del nuovo “Celeste” è notevole, ma è meglio non illudersi su un’immediata riapertura al pubblico.