Sa quanto valga Messina-Reggina e cosa significhi risolvere un derby. Delle trentuno reti in maglia giallorossa, dal 1989 al 1992, Igor Protti ne ha segnate due, pesantissime, agli amaranto. Sfide di altri tempi che hanno lasciato dei ricordi speciali a uno dei bomber più amati della storia giallorossa. “In quegli anni rappresentava la partita per antonomasia, alla quale tenevano tutti in una maniera incredibile. L’atmosfera speciale si avvertiva già per le strade nei giorni che la precedevano. Dunque capisco cosa significhi giocare un derby tra Messina e Reggina e quello che possa accadere in città in questi giorni. All’andata ho visto su internet la gara decisa dal gol di Orlando. Quindi faccio gli scongiuri insieme ai tifosi giallorossi e spero che il risultato si ripeta anche domenica prossima”.
Per Protti bilancio pari (due successi del Messina ed altrettanti della Reggina) nei derby dello Stretto. Immagini scolpite nella sua mente ancora oggi. “Ne ho giocati quattro, vincendone due e segnando sia a Reggio che al “Celeste”. Il ricordo più incredibile è relativo al successo ottenuto in Calabria nel 1990, perché quanto tornammo con la Caronte ed arrivammo a Messina c’era una marea di gente ad accoglierci e a festeggiarci, in quanto non tutti erano potuti venire allo stadio. Fu quasi come se avessimo vinto il campionato: un’emozione straordinaria. Nella stagione seguente, invece, Cambiaghi aprì le marcature e poi feci io il gol del raddoppio (nella foto in alto), in tuffo di testa, su cross di Traini, proprio sotto la Sud. Ma era tutto lo stadio a trascinarci all’epoca, non soltanto la curva. Un ambiente davvero fantastico. A Messina ho vissuto tre anni meravigliosi – racconta Protti – per il rapporto che si era creato con la città e la tifoseria, densi di momenti significativi, alcuni belli ed altri magari meno. Vivendo tutto con una certa passione nei periodi migliori c’era una grossa soddisfazione, diversamente, invece, si soffriva molto. Conservo tuttora un legame eccezionale con la piazza di Messina e la sua gente, nonostante siano passati più di 20 anni”.
Protti, che ha appeso le scarpe al chiodo a 38 anni nel 2005, oggi si occupa principalmente di strutture turistiche in Toscana. Il lussuoso San Ruffino resort, che ha inaugurato a giugno con alcuni soci, si trova in un castello del XVII secolo nell’omonimo borgo tra Pontedera e Casciana Terme. Con Bari, Lazio e Livorno (esperienza chiusa con la storica promozione in A conquistata tra le file dei labronici ed il successivo ottavo posto in massima serie) le altre tappe più significative di una carriera vissuta da protagonista, a suon di gol, sino in fondo. Come Giorgio Corona, attuale simbolo del Messina. “I giocatori bravi rimangono sempre tali e se c’è la fortuna di mantenere una buona condizione atletica anche ad età avanzata si può continuare a certi livelli. Corona è uno di questi. Si tratta di un calciatore importante ancora oggi e finché avrà voglia fa bene a proseguire la sua carriera. Anch’io ho giocato a Livorno fino a 38 anni. Rispetto a vent’anni fa, inoltre, i difensori marcano sicuramente meno bene e gli attaccanti che sanno sfruttare l’intelligenza tattica e la capacità in determinati movimenti possono riuscire a far tanti gol”.