Messina e Comune non riescono a dialogare. Motivo per il quale a mettere idealmente in contatto le due parti in causa è la nostra redazione, che ha ascoltato l’assessore allo sport Sebastiano Pino su tutti i punti sollevati in una precedente intervista dal responsabile marketing del club, Achille Longo.
Perché si è interrotto il dialogo? “Con il presidente abbiamo sempre parlato, anche se non mi ha risposto negli ultimi giorni. In precedenza ci eravamo interfacciati con i dirigenti Niki Patti e Giovanni Carabellò, ma poi Pietro Sciotto ci ha chiesto di fare riferimento esclusivamente a lui”.
Partiamo dal capitolo “Celeste”. “Dieci giorni fa abbiamo avuto un incontro con Sciotto, il responsabile del Dipartimento Sport Salvatore De Francesco e Patrizia Russo, presidente della Commissione di Vigilanza comunale sui pubblici spettacoli. È emerso che non è stato sufficiente convocare loro, come sperava il club. La competenza è della Prefettura, perché si supera la capienza dei 5mila posti. Abbiamo chiesto al vice-prefetto vicario Maria Carolina Ippolito di vederci già dopo Pasqua”.
Il Messina non ha ancora sottoscritto la delibera dello scorso 1 febbraio. “Ci sono stati incontri preliminari tra Dipartimento e società nei mesi precedenti. Abbiamo risposto alle osservazioni successive all’approvazione in Giunta e gli è stata notificata, per cui non serve altro. In riferimento alle inadempienze delle gestioni Lo Monaco, Stracuzzi e Proto, l’avvocatura ha avuto mandato di citare in giudizio la precedente società e sono finalmente partiti i primi decreti ingiuntivi. Il club non si è iscritto e probabilmente interverrà la legge fallimentare, ma il Comune è un creditore privilegiato”.
Parliamo dei concerti. “La legge impone un bando di evidenza pubblica se si vuole consentire a una società sportiva di organizzare anche attività extracalcistiche. L’affidamento diretto dei due stadi, senza una gara di appalto, come nel caso dell’ACR, ha questo inevitabile limite. Con due squadre in serie D, dal momento che il Città di Messina è vicinissimo alla promozione, non ci potrà essere peraltro un’esclusiva”.
Sul canone si registra un’apertura: “La somma in questione ammonta alla stima del 36% delle utenze complessive, mentre il 64 è a carico del Comune. Non potevamo andare oltre, lo impone la normativa. Invitiamo il club a fornirci le fatture degli interventi effettuati. Se supereranno la soglia dei 42mila euro, cercheremo di andargli incontro. Dobbiamo vederci e affrontare le questioni. Le dichiarazioni a mezzo stampa servono a poco”.
Pino ritiene che il Comune abbia supportato adeguatamente il club: “In estate è stato presentato al sindaco un progetto di investimenti da tre milioni di euro in tre anni, che non si può arenare. Ricordo comunque che nessuna squadra di serie D in Italia ha a disposizione una foresteria e una cucina, che consentono di risparmiare sui costi di vitto e alloggio”.
Rassicurazioni anche sugli interventi richiesti al “Franco Scoglio”: “Il Dipartimento Manutenzioni del Comune effettuerà a breve i primi tre interventi. È in corso di stipula infatti un accordo quadro, ovvero un nuovo contratto da 43mila euro, che ci consentirà di affrontare la questione”.
Infine, l’energia elettrica del “Celeste”. “Il contratto di fornitura stipulato dall’ACR è temporaneo. Se lo attiva un privato, è operativo dopo una settimana. La macchina burocratica invece richiede mesi e noi attendiamo ancora risposta dall’Enel sul cambio di intestazione, che comunque verrà ratificato. Valuteremo eventuali rimborsi. Sul tema ho più volte sollecitato l’energy manager Salvatore Saglimbeni. Il problema non riguarda solo gli impianti sportivi, ci sono interi quartieri al buio…”.