A rappresentare a Firenze l’ACR Messina c’era il direttore generale Lello Manfredi, intervenuto all’assemblea di Lega in cui sono state discusse le linee programmatiche della prossima stagione sportiva. Mentre il ds Marcello Pitino era a Coverciano, per le elezioni dei rappresentanti dei direttori sportivi, che hanno designato come loro presidente Beppe Marotta, tra i padri della Juventus dei record, che vanta peraltro origini messinesi.
Anche in Toscana ha tenuto banco la grave crisi che condiziona la terza serie: “C’è una criticità evidente – ammette Manfredi – I dati statistici raccolti certificano che la maggior parte delle società è indebitata. I conti non tornano, soprattutto in virtù del monte stipendi. Il 90% del budget, con picchi addirittura del 98%, è legato alla remunerazione dei calciatori e la Lega Pro vuole quindi abbassare sensibilmente questi costi”.
Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un “salary cap”, simile a quello adottato negli sport professionistici americani e in parte imitato dall’Uefa con il fair play finanziario. “Si sta immaginando di obbligare i club a un tetto salariale, che gli imponga ad esempio di non spendere più di due milioni di euro l’anno. È evidente comunque che questi parametri, in parte già introdotti con l’aumento progressivo dell’entità delle fideiussioni, non sono facilmente controllabili”.
Ecco perché, per l’ennesima volta, si interverrà sui regolamenti relativi ai tesseramenti: “Con ogni probabilità si cercherà di aumentare il numero dei giovani, che hanno meno pretese economiche. In particolare, dovrebbe crescere ancora il numero degli under obbligatori, che salirà a 15 o a 16, lasciando così meno spazio agli over”. Per intenderci, attualmente il Messina ne ha undici nella rosa della prima squadra (compresi elementi poco impiegati come Ricozzi, Gaetano, Faiello e Rota), con quattro “fuori quota” del ’94: Milinkovic, Sanseverino, Akrapovic e Ansalone.
Appurato che neppure l’adozione dell’età media servì a sollecitarne fino in fondo l’impiego, aumenteranno gli obblighi, con il rischio di trasformare la vecchia C in una sorta di campionato “Primavera”. Un timore condiviso da Manfredi: “Purtroppo è emerso che senza questi provvedimenti, per quanto dolorosi, si rischia di perdere molti altri club per strada. In questo modo verrà comunque prestata più attenzione ai vivai, mentre oggi i tornei giovanili troppo spesso sono stati considerati un fastidio e non una risorsa dai club, che sono chiamati invece a creare settori giovanili di qualità”.
In Lega è stata presentata anche la Final Four, che sarà ospitata dall’Artemio Franchi di Firenze. “Al di là delle semifinali e della finale che designerà l’ultima squadra che andrà in B, sono stati programmati sette giorni di eventi nel capoluogo toscano, all’insegna della cultura, della moda, dello spettacolo, un po’ come avviene per la pallacanestro – illustra Manfredi – La Lega organizzerà anche un talk-show per tenere viva l’attenzione sui problemi del nostro campionato”.
Una linea condivisa dal dg giallorosso: “La Lega ha svelato anche il logo della manifestazione, che con un azzeccato gioco di parole prenderà il nome di “Four All”. Senza altre attrazioni, che li trasformino in eventi, non viene nessuno negli stadi, che oggi sono scomodi e difficili da raggiungere, oltre che obsoleti. Serve quindi anche un po’ di intrattenimento e queste finali, davvero aperte a tutti, sono un bel segnale”.
A proposito di stadi, prende corpo il progetto finalizzato alla riapertura del “Giovanni Celeste”. Nella giornata di martedì 11 aprile infatti, un incaricato della Lega Pro effettuerà un sopralluogo nella struttura di via Oreto, ritenuta più alla portata del campionato rispetto al sovradimensionato “Franco Scoglio”: “Una struttura che vogliamo riqualificare insieme a tutta l’area”, ribadisce Manfredi.